E’ terminata la prima parte di Grande Boucle, ed è stata ricca di importanti episodi: le cadute, anche drammatiche nei primi giorni e che hanno costretto al ritiro anche nomi illustri, passando per la vittoria da brividi (di emozione) di Mathieu Van der Poel con dedica al nonno Raymond Poulidor sul Mur de Bretagne, fino alle volate dominate da Mark Cavendish e il regno di Tadej Pogacar che sembra aver preso forma.
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Partiamo dagli incidenti: la prima settimana di Tour è sempre stata caratterizzata da cadute anche drammatiche, ma quelle avvenute soprattutto nella prima e nella terza tappa fanno riflettere essendo il discorso sicurezza messo in primo piano da diversi mesi nel tentativo di trovare una soluzione per l’incolumità di corridori, pubblico e addetti ai lavori. Una di queste cadute è stata causata da una spettatrice la quale è sparita per quattro giorni prima di essersi presentata volontariamente dalla gendarmeria transalpina in Bretagna, ed ora vedremo quale sarà la sua punizione. Le altre invece si sono verificate a causa dell’alta velocità su percorsi in cui non era materialmente possibile andare così forte.
Cambiamo argomento: Mathieu Van der Poel ha raggiunto il suo obiettivo prendendo la Maglia Gialla per il nonno materno Raymond Poulidor, che nonostante i numerosi podi in classifica generale, non era mai riuscito a vestirla. L’illustre nipote l’ha tenuta diversi giorni, fino a quando Pogacar sulle prime salite ha dichiarato che il padrone di quella maglia poteva essere solo lui. Lo sloveno della UAE – Emirates ha vinto la crono con grande autorevolezza, per poi prendersi il primato sulle Alpi facendo numeri da grande campione, mentre l’olandese si è ritirato prima del tappone di Tignes concentrando tutti i suoi pensieri sulla gara olimpica di Cross Country, dove punta solo alla medaglia d’oro.
Dispiace vedere un altro personaggio come Primoz Roglic abbandonare la corsa, ma nel suo caso le ferite e le abrasioni sul suo corpo dopo quella caduta nella terza tappa erano troppo dolorose per poter proseguire. Inoltre era già uscito di classifica e sono necessari diversi giorni per una completa guarigione.
Mark Cavendish c’è, ed è tornato il velocista n.1 al mondo grazie alle due belle vittorie di tappa a Fougeres e Chateauroux, località in cui aveva già detto la sua in passate edizioni. Le lacrime di gioia quando ha vinto martedì scorso resteranno nella storia di questo Tour, così come l’abbraccio con i compagni della Deceuninck-Quickstep, veri artefici del successo del campione dell’Isola di Man.
Ed ora cosa vedremo nella seconda settimana? Ben O’Connor resta (forse) l’unico che può impensierire Pogacar trovandosi al secondo posto dopo l’impresa sportiva di ieri a Tignes. Ma dopo le Alpi la carovana ripartirà domani da Albertville per avvicinarsi alle montagne pirenaiche passando per il Mont Ventoux. Il “Gigante della Provenza” è il piatto forte della tappa di mercoledì venendo affrontato per ben due volte, la prima dal versante di Sault e la seconda da quello classico di Bedoin. Ma l’arrivo non sarà piazzato in cima, bensì al termine della picchiata su Malaucene. L’avvicinamento ai Pirenei avviene dedicando due giorni ai velocisti (Nimes e Carcassonne) ed uno agli attaccanti a Quillan. Poi, ecco le montagne con il tappone di Andorra con la vetta più alta di questo Tour, il Port d’Envalira a 2408 metri.
E’ un Tour de France che, nonostante pare che abbia già un padrone (attenzione, la gara finisce a Parigi e tutto può ancora accadere), resta sempre molto interessante e da seguire.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata