Mattia Cattaneo insegue il sogno di una meravigliosa, ambiziosa e gloriosa top ten in quello che è il suo primo Tour de France in nove anni di carriera.
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Ci troviamo al secondo e ultimo giorno di riposo di questa Grande Boucle, a ridosso dell’ultima settimana, dei sei giorni decisivi per chiarire quale sarà il podio di Parigi e quella che sarà la parte alta della classifica, i migliori dieci di questa edizione.
Un’ambizione che è ancora nella testa, nelle gambe e nel cuore del trentenne bergamasco, che si trova così vicino a questo sogno con un undicesimo posto provvisorio che gli sta quasi stretto, perchè ad un solo passo di un obiettivo che sarebbe un bel passo avanti per una carriera che negli ultimi due anni è stata rilanciata. La Deceuninck-Quick Step ha letteralmente ribaltato la vita professionale del corridore di Alzano Lombardo dandogli l’ultima chance per annullare le delusioni passate e dimostrare, finalmente, quello che l’Italia aveva scoperto in lui da dilettante.
Il Tour di Mattia è stata una crescita costante che ha vissuto l’exploit il 4 luglio a Tignes, con un secondo posto di tappa dietro a Ben O’Connor che lo ha portato a ridosso delle posizioni che contano in classifica, centrando anche il decimo posto sabato a Quillan, grazie alla fuga del giorno che gli ha garantito la quarta piazza di tappa. Ieri invece, non è riuscito a reggere una tappa davvero difficile da amministrare, perdendo diverso tempo e scendendo ancora una volta all’undicesimo posto e a 3’44” dal suo predecessore Pello Bilbao che, siamo certi, controllerà da domani sino a Parigi per insidiarlo.
Nulla di preoccupante invece per il dodicesimo posto, con Aurélien Paret-Peintre che si trova distanziato dall’orobico di ben 7′. Inoltre Mattia ha dalla sua anche la cronometro del penultimo giorno, per cui l’importante sarà limitare i danni in montagna. Finora questo Tour ha regalato una raffica di sorprese e una classifica che si è sconvolta giorno dopo giorno con distacchi abissali, quindi possiamo aspettarci ancora di tutto da questi ultimi sei giorni. L’Italia intera crede in Cattaneo, e per una spedizione azzurra in terra transalpina così ridotta come quella di quest’anno, un decimo posto in classifica generale, come lo scorso anno con Damiano Caruso, sarebbe già una mezza vittoria azzurra.
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