Come perdere un campionato europeo. Ve lo insegna l’Italia. E’ la sintesi della prova su strada dell’europeo che si sta correndo in questi giorni a Trento.
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E della gara riservata agli juniores. Il primo test per capire la difficoltà del percorso. “Un percorso selettivo ma adatto a uomini veloci”, ci ha raccontato mentre gli juniores si giocavano il finale, Cristian Raileanu, corridore professionista moldavo e direttore sportivo di un team continental in Malesia. “Questi tre ragazzi, i due francesi e il norvegese non li prendono più”. E così è stato.
Gli azzurri, ben sei, sono partiti dal centro di Trento con i favori del pronostico. E assieme a loro erano dati per favoriti anche i belgi oltre ai francesi. E la bandiera della Francia svetta adesso sul pennone del campionato europeo per la prima piazza e la terza della Francia e la seconda della Norvegia.
Un finale che parlava tutto Italiano ma che non è stato così. Una corsa selettiva senza mai una fuga decisiva che però aveva visto i corridori di Rino De Candido preparati e convinti. Ma ci si deve accontentare del quinto posto di Manuel Oioli, vincitore di due tappe al Lunigiana. Qualcuno sussurra che la volata avrebbero dovuto farla fare a Alessandro Pinarello, il corridore più veloce e di sicuro vincente.
Così non è stato. Il gruppo si è svegliato nel finale quando i due francesini, Gregoire e Martinez si alzano sui pedali e staccano sull’ultimo strappo ai meno otto chilometri dal traguardo il resto della compagnia. A loro si accoda prontamente il norvegese Hagenes.
Prima cinque secondi, poi sette poi dodici, alle loro spalle gli italiani dormono il sonno della ragione. Nessuno, nemmeno i belgi o gli olandesi si danno la pena di rilanciare e andare a riprenderli. Il vantaggio dei tre scende a otto secondi poi aumenta come in un ottovolante. Ed ecco a un chilometro e trecento metri dal finale è fatta. Dietro ai tre resta la consolazione di essere arrivato esimo. “Mi dispiace, abbiamo un po’ dormito, noi e il Belgio. Onore ai vincitori, hanno fatto la differenza in salita e non siamo riusciti ad organizzarci per andarli a riprendere” chiude Manuel Oioli, quinto e primo degli italiani.
Qui sotto le parole di Manuel Oioli dopo l’arrivo
a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata