Ci sono voluti cinque giorni per presentare le singole tappe della prossima Corsa Rosa. Modalità poco convincente, visto che in altre occasioni l’evento si è svolto regolarmente nelle più o meno stesse location degli anni passati in una sigola giornata e così dovrebbe continuare anche con le altre manifestazioni.
Ma parliamo del Giro: dopo la grande partenza ungherese sono stati tolti i veli prima alle tappe per velocisti, poi a quelle di media montagna, alta montagna ed il gran finale di Verona oggi. La prima cosa che salta all’occhio riguarda le due cronometro individuali, entrambi molto brevi: 9.3 km a Budapest al secondo giorno e 17.1 nell’ultima frazione veronese. Una cosa che con molta probabilità farà storcere il naso ai veri specialisti, dato che la frazione magiara è l’unica interamente pianeggiante tra quelle contro il tempo. Forse avrebbe fatto piacere vedere una crono in più, magari a Napoli: qui la tappa in linea di 149 km è stata creata ad hoc per omaggiare Procida, eletta Capitale italiana della Cultura. Cosa faranno Pippo Ganna e gli altri cronomen lo scopriremo a programmi stabiliti con le rispettive squadre.
La seconda cosa che si nota è la distanza delle tappe più lunghe, entrambe nell’elenco delle pianeggianti: la Kaposvar – Balatonfüred e la Santarcangelo di Romagna – Reggio Emilia, di 201 km ciascuna. Non ci sono tapponi di montagna over 200 km, anzi si fa cifra tonda nella “Sforzato Wine Stage” da Salò all’Aprica, scalando Goletto di Cadino, il Mortirolo dal versante camuno, Teglio e Valico di Santa Cristina per 5440 metri di dislivello Tutte le altre, inclusa la “Tappa Regina” sulle Dolomiti da Belluno alla Marmolada (dove è inclusa la Cima Coppi sul Passo Pordoi), sono più corte ma i profili altimetrici tutto sommato ci piacciono.
Dal punto di vista statistico verranno attraversate quindici Regioni italiane (Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia e due nazioni estere: Ungheria e Slovenia. Gli arrivi in salita sono invece sei: Visegrad nella prima tappa (GPM di 4° categoria), Etna – Rifugio Sapienza (1° categoria), Blockhaus (1° categoria), Cogne (2° categoria), Santuario di Castelmonte (2° categoria) e Passo Fedaia (1° categoria).
L’Ungheria, dopo il rinvio del 2020 causa pandemia, ridarà l’appuntamento dal 6 all’8 maggio per la Grande Partenza della Corsa Rosa e dopo il primo dei tre giorni di riposo previsti, il Giro ripartirà da Avola per la prima tappa di montagna, con arrivo sull’Etna ai quasi 2000 metri del Rifugio Sapienza, seguita dalla Catania-Messina. La Palmi – Scalea regalerà una nuova chance ai velocisti, mentre la Diamante – Potenza può essere terreno per attaccanti, come il giorno dopo a Napoli sul circuito dei Campi Flegrei. Gli uomini di classifica invece torneranno sicuramente protagonisti sul Blockhaus, scalato dal versante di Roccamorice ed anticipato dal Passo Lanciano. La Pescara-Jesi omaggerà Michele Scarponi e prevede l’attraversamento di alcune località collinari marchigiane come Recanati, Filottrano e Monsano. Nuove chance agli sprinter ci sono a Reggio Emilia e Cuneo, con in mezzo la non facile Parma-Genova, per terminare la seconda settimana con la Santena – Torino, 153 km tutti sulle colline che dominano il capoluogo piemontese e con il circuito di Superga, e la Rivarolo Canavese – Cogne.
La terza settimana sarà “di fuoco” e partirà con il tappone lombardo da Salò all’Aprica, seguito dalla Ponte di Legno – Lavarone con la temuta salita del Menador a caratterizzare il finale. Ultima possibilità di volate per i pochi sprinters rimasti, nella Borgo Valsugana – Treviso, seguita dal penultimo arrivo in salita, quello friulano di Santuario di Castelmonte. L’inedito Monte Kolovrat è una salita in territorio sloveno di 10 km al 10% medio ed è una delle più interessanti novità di questa edizione. L’ultima, grande giornata per gli scalatori è sulle Dolomiti, dove il traguardo in quota ai 2057 metri del Passo Fedaia è la giusta ciliegina sulla torta prima dei festeggiamenti conclusivi del giorno seguente all’Arena di Verona al termine della cronometro di 17.1 km scollinando sulle Torricelle.
E’ un Giro che ci piace, ma non ci soddisfa in toto, forse con una cronometro individuale più lunga a metà edizione sarebbe stato un percorso più equilibrato. La parola finale però spetta ai corridori, garanzia di spettacolo e di divertimento.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata