“Tu sei il mio idolo”. Così, in una sera di dicembre del 1997, disse Marco Pantani al grande Charly Gaul. Storia di un incontro leggendario. Con un epilogo feroce
Marco Pantani detestava i tipi alla Lance Armstrong e adorava quelli come Charly Gaul. Tanto che, nel dicembre del 1997, aveva insistito per andare a trovarlo in Lussemburgo: “Se parliamo di scalatori puri – era il pensiero del Pirata – Gaul è stato il più grande. Quello che ha fatto lui in montagna non l’ha mai fatto nessuno”.
Una stima assolutamente ricambiata, visto che tre mesi dopo quell’incontro, durante un’intervista, Charly Gaul parlò così di Pantani: “Marco in questo momento è il ciclista più forte, l’unico capace di staccare tutti in salita. Gli manca un po’ di potenza in pianura, ma quando la strada sale non ce n’è per nessuno”. A quel punto, un cronista gli chiese: Pantani più forte anche di Charly Gaul? “In questo finale di millennio – era stata la risposta – Marco è il più forte di tutti. Ma la sua storia deve essere ancora scritta e dunque a questa domanda potremo rispondere solo quando appenderà la bicicletta al chiodo”.
L’incontro fra il romagnolo e il lussemburghese – in un’indimenticabile serata del 5 dicembre del 1997 – si celebrò fra sorrisi, abbracci e reciproci attestati di stima: “E’ stata una sorpresa – disse Gaul – che abbia chiesto lui di incontrarmi: non l’avrei mai immaginato”.
Per Marco, invece, conoscere Charly Gaul era un desiderio che aveva fin da ragazzino quando, in tivù, sentì raccontare per la prima volta di quell’Angelo della Montagna capace di scrivere una pagine leggendaria del ciclismo battendo gli avversari e la bufera di neve sulla mitica salita del Monte Bondone.
Pantani considerava Gaul il suo antesignano, il grimpeur che – più di tutti – gli assomigliava. Uno di fronte all’altro, in quella sera di dicembre, nella casa del lussemburghese, i due si scambiarono racconti ed aneddoti. Con la riverenza che si tributa alle leggende, fu Marco – che di lì a poco avrebbe trionfato a Giro e Tour – a chinarsi di fronte a quel campione, dicendogli in un francese tremolante “Vous êtes mon idole” (Tu sei il mio idolo).
Ma perché Pantani voleva incontrare prima possibile Charly Gaul? “Ormai ha la sua età – confidò ad un amico – e so anche che non sta troppo bene di salute. Ci terrei a salutarlo prima che lui muoia”. Per una feroce circostanza del destino, nel febbraio del 2004, fu Charly Gaul a presenziare, avvolto nel suo paletot grigio, ai funerali di Pantani. E ai cronisti che, con discrezione, gli chiedevano un ricordo, l’Angelo della Montagna, con la voce rotta dall’emozione, affidò queste parole: “Ora che è sceso dalla bicicletta posso dirlo, forse lui era più forte di me”.
L’angelo della montagna Charly Gaul e il campione Marco Pantani
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a cura di Mario Pugliese Copyright © INBICI MAGAZINE