Abbiamo raggiunto telefonicamente Paolo Savoldelli. Ex ciclista su strada e commentatore televisivo, il Falco è stato uno dei discesisti più abili del ciclismo moderno.
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Nel suo palmarès figurano due Giri d’Italia (2002 e 2005), oltre alle tappe vinte, un Giro di Romandia nel 2000 e due Giri del Trentino (1998 e 1999) e il Trofeo Laigueglia nel 1999 giusto per citarne alcune.
Diciannove partecipazioni ai Grandi Giri (10 Giri d’Italia, 6 Tour de France e 3 Vuelta di Spagna) e quattordici Classiche (8 Milano-Sanremo, 3 Liegi-Bastone-Liegi, 2 Ronde Van Vlaanderen e 1 Giro di Lombardia). Nel 2010 è stato a bordo delle moto-cronaca della Rai in occasione del Giro d’Italia.
Marco Pantani era un traino per il ciclismo. Che rapporto avevi con lui?
“Marco era un avversario, non era un tipo che parlava molto, era abbastanza chiuso ma c’era una stima reciproca.”
E’ stato il corridore più forte contro cui hai gareggiato?
“In salita era fortissimo e faceva cose che andavano contro ogni logica, ma riusciva sempre a dare spettacolo. Il corridore più forte contro cui ho corso però è stato Lance Armstrong.”
L’Italia oggi sembra non avere più un Nibali, un Pantani, ma nemmeno un Savoldelli o un Simoni. Come mai?
“Nel ciclismo ci sono dei cicli, e adesso ci troviamo in un periodo abbastanza difficile anche se a livello mondiale l’Italia nel 2021 è stata straordinaria, ha vinto tantissimo sia su strada che su pista. Ci manca il corridore da corse a tappe, ma per le corse di un giorno non siamo poi messi così male, anzi…”
C’è qualche giovane italiano da cui ti aspetti qualcosa nelle corse a tappe?
“Attualmente ci sono dei corridori che sono andati forte come Damiano Caruso, ma non è più così giovane e poi c’è Vincenzo Nibali che vuole provare ancora a fare classifica. Spero però che il nostro movimento riesca a trovare qualche giovane su cui puntare nelle corse a tappe.”
Cosa ti aspetti da Nibali al Giro d’Italia?
“Nibali ha già superato la sua fase migliore e fisicamente credo sia in declino. Vincenzo è un corridore che ha speso molto durante tutti questi anni, potrà far bene ma difficilmente lo vedo vincitore di un Grande Giro.”
Siamo negli anni del ricambio generazionale, ci sono molto giovani che si stanno mettendo in mostra. C’è qualcuno che ti ha colpito più di altri?
“Pogacar è giovanissimo ed è stato capace di vincere già tanto. Non ho mai visto un corridore del suo livello capace di vincere su terreni diversi. Ha una superiorità rispetto agli altri mostruosa. Se va avanti così difficilmente troveremo corridori in grado di fare quello che sta facendo oggi Tadej.”
Secondo te il dominio Pogacar è destinato a durare per quanti anni?
“Magari non ancora dieci anni perché oggi le carriere sono più brevi. Secondo me Pogacar ha davanti ancora 6-7 anni di carriera. Nel ciclismo odierno si inizia ad andare forte sin da giovanissimo e durare per molti anni è difficile. L’uomo è come una macchina, più chilometri fai prima si ferma.”
Oggi c’è un discesista che in discesa ricordi il Falco?
“Attualmente no, probabilmente anche perché è cambiato il modo di correre. Io andavo forte in salita e a cronometro ma in discesa riuscivo a ribaltare la corsa.”
Oggi invece di cosa ti occupi?
“Aiuto la mia compagna Anna che ha un ristorante e ho una società immobiliare da parecchi anni.”
Cosa ti aspetti dal 2022 del ciclismo italiano?
“Mi aspetto delle conferme anche se sarà difficile ripetersi soprattutto a livello internazionale. Spero poi che possa emergere qualche giovane che ci faccia vedere di andare forte nelle corse a tappe.”
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