L’impresa, ennesima, di Elisa Longo Borghini alla Parigi-Roubaix è una delle tante che le atlete italiane stanno ottenendo in questo inizio di 2022. L’ha ottenuta a modo suo, come al Fiandre 2015, nei suoi due trionfi al Trofeo Alfredo Binda 2013 e 2021, e a Plouay sempre lo scorso anno. Ma c’è qualcosa di speciale nella vittoria di oggi e ve lo raccontiamo.
L’assenza all’Amstel Gold Race a causa della sinusite ha permesso alla trentenne campionessa di Ornavasso di recuperare la condizione per esserci, da protagonista assoluta, all’Inferno del Nord. Si, perchè la Parigi-Roubaix femminile si corre al sabato, lasciando interamente spazio alla prestazione delle atlete, in attesa della attesissima prova maschile di domani. Ed è arrivato poi l’attacco decisivo a 33 km dall’arrivo, prima seguita da Norsgaard ed Elena Cecchini, e poi dal gruppo trainato da una scatenata Lotte Kopecky, considerata la favoritissima alla vigilia dopo le vittorie alla Strade Bianche ed alla “Ronde”. La perfetta sinergia tra le ragazze della Trek-Segafredo, in particolare Van Dijk e Brand, non ha permesso alla belga di poter recuperare terreno sulla campionessa d’Italia in carica, che tra l’apoteosi del pubblico del velodromo di Roubaix ha potuto esultare vestendo il Tricolore come accadde a Francesco Moser. Elisa non solo ha confermato il podio dell’anno scorso (terza dietro a Deignan e Vos, entrambe assenti oggi), bensì sale sul gradino più alto.
Il suo sigillo è l’ennesimo in questo anno d’oro del ciclismo femminile italiano, suggellato dalle prestazioni di Elisa Balsamo al trofeo Binda, alla Brugge-De Panne ed alla Gand-Wevelgem, di Chiara Consonni alla Dwars Door Vlaanderen ed infine Marta Cavalli una settimana fa all’Amstel Gold Race. Il movimento azzurro sta vivendo un momento indimenticabile, contraddistinto da un ricambio generazionale ma con atlete competitive e vincenti ad ogni livello. Anche due veterane quali Marta Bastianelli ed Elena Cecchini sono in grande condizione e lo stanno dimostrando fin dalle prime corse, mentre con l’abbandono della carriera agonistica da parte di Anna Van der Breggen e con Marianne Vos che ha saltato alcune corse importanti come il Binda e la Roubaix di oggi (il Covid l’ha fermata all’ultimo momento quest’oggi), il gruppo delle forti olandesi ha perso un po’ lo smalto che ha proiettato i Paesi Bassi ad essere la principale nazione avversaria delle Azzurre, che ora hanno una marcia in più e sulla carta un gruppo di atlete più vincenti e che da più orgoglio all’Italia ed alla Federazione Ciclistica Italiana, senza dimenticare il grande lavoro realizzato dall’ex CT azzurro Edoardo Salvoldi e dal suo successore Paolo Sangalli.
I risultati stanno a sottolineare il fatto che le cicliste italiane, con più o meno esperienza tra le Elite, corrono per vincere: nel World Tour 2022 abbiamo vinto ben cinque Classiche. Il futuro è radioso e la primavera italiana è d’oro, e non è ancora finita.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata