Una corsa diversa, completamente opposta a tutte le altre. Domenica di Pasqua di grande spettacolo a livello ciclistico: è andato in scena l’Inferno del Nord, l’edizione numero 119 della Parigi-Roubaix. Nel celeberrimo Velodromo ad imporsi è stato l’olandese Dylan van Baarle, già secondo al Giro delle Fiandre due settimane fa e alla vittoria più bella della carriera all’età di 29 anni.
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Andatura folle quella odierna, sin dalla prima parte di gara. La Ineos Grenadiers decide di cambiare lo schema tattico sin dalle prime pedalate e, sfruttando un po’ di vento laterale, attacca di squadra e distrugge il gruppo dei migliori in due tronconi, lasciando alle spalle tutti i big. La sfortuna però si mette contro la compagine britannica che vede ad uno ad uno i propri capitani (tra i quali Filippo Ganna) staccati a causa di cadute e forature.
La situazione si è dunque rimescolata completamente in vista della Foresta di Arenberg, uno dei tratti decisivi della corsa. Davanti sono rimasti in cinque: Mohoric, Ballerini, Devriendt, Pichon e Casper Pedersen, con l’azzurro purtroppo frenato da una foratura in un momento clou. Con il passare dei chilometri il campione sloveno Mohoric è riuscito a fare la differenza, portandosi a ruota il solo Devriendt.
Nel frattempo tra i migliori sono cambiate le carte in tavola: a circa 60 chilometri dall’arrivo si sono mossi i favoriti della vigilia che hanno formato un drappello abile a recuperare a mano a mano il ritardo dalla vetta. L’ennesima foratura di giornata ha rallentato Mohoric, strepitoso però nel non arrendersi, nonostante il ricongiungimento con i rivali.
Il tentativo decisivo si è formato ai -30 km dal traguardo: Lampaert e Mohoric sono stati raggiunti da uno scatenato van Baarle, che sul settore numero 5, quello di Camphin-en-Pévèle, è andato via in solitaria. L’olandese ha guadagnato secondi importanti, mentre van Aert ha tentato invano un inseguimento con Kueng.
Dominio totale per van Baarle, nel Velodromo con oltre un minuto di margine. Seconda posizione per van Aert, comunque super nonostante il lungo stop, terzo Kueng, poi Devriendt e Mohoric.
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