È tutta un’avventura per un Tour of Hellas che sembra un po’ il viaggio di Ulisse nell’Odissea.
Un viaggio nel viaggio.
Training Camp Spagna Costa Blanca
A Gennaio e Febbraio pedala con la tua bici
dove si allenano i campioni del Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta Espana
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Da Creta ad Atene tutti insieme appassionatamente, corridori in nave e in aereo insieme allo staff dell’organizzazione e agli staff tecnici dei team. Ma allegri e spensierati. “Sembra di stare quasi in un sogno ma la sto prendendo con filosofia – racconta Luca Chirico della DH Hopper Androni -. Mi godo i paesaggi che non avevo mai visto.
Nella prima tappa sono andato in fuga, ad un certo punto ho forato ma il cambio ruote non si è visto, ho aspettato la mia ammiraglia a bordo strada per diversi minuti, alla fine la macchina del mio team è arrivata, ho cercato di recuperare ma alla fine va bene lo stesso. Ho visto degli scenari incredibili. E questa del Tour of Hellas sarà una esperienza che mi porterò sempre nel cuore”. Luca Chirico per la cronaca nella seco da tappa da Atene a Itea è nuovamente andato in fuga. Ride ancora Eduard Prades della Caja Rural, autore di una bella figuraccia fantozziana all’arrivo della prima tappa da Iraklion a Chania.
Era convinto di aver vinto, ha accellerato con il colpo di reni sulla striscia del traguardo nel rettifilo d’arrivo lungo il mare, tra barche spettacolari, turisti e tipiche taverne di pesce ma la sella gli è partita di brutto e lui è finito a terra: “Ciose che succedono, ero davvero convinto di aver vinto poi ho scoperto che davanti a noi a un minuto e mezzo di vantaggio c’era un corridore australiano che già aveva posato la bici ed esultava per la vittoria.
L’importante che non mi sia fatto nulla. Anzi, ringrazio Inbicimagazine per il video d’arrivo che è diventato virale. Almeno adesso mi conoscono anche per quello”. La seconda tappa, da Atene Oaka, a Itea è ancora un pezzo di storia. Si parte dallo spettacolare Velodromo di Oaka, nella zona del Villaggio Olimpico dove si sono svolte le Olimpiadi vinte da Bettini e si arriva a Itea ovvero l’antica Delfi dove nell’epoca classica i greci andavano a chieder all’Oracolo di Delfi consigli sul proprio futuro, se fare guerra a qualche città limitrofa o andare a conquistare qualche terra lontana come il Sud Italia. E nella tappa, anche questa davvero difficile perché i percorsi sono molto impegnativi, tra montagne da scalare e pianure da pedalare c’è l’apotesi per i greci e gli organizzatori: la fuga di Polichronis Tzortzakis, il corridore al momento più famoso in Grecia, che alle ultime Olimpiadi andò in fuga per quasi metà gara.
Ma Polychronis non riesce a reggere il ritmo del gruppo alle proprie spalle che reagisce con forza. Negli ultimi i chilometri attacca brutalmente Filippo Baroncini (Trek Segafredo) ancora con l’amaro in bocca per il, terzo posto ottenuto nella teppa cretese. Convinto, micidiale vuole a tutti i costi una vittoria ed è sbarcato in terra ellenica proprio per ottenerla. Attacca quando mancano trenta chilometri dal traguardo da solo ma lo seguono Molly (Bingoal) e Exteberria (Caja Rural) e il gruppo reagisce subito. Ci prova pure Zardini perchè anche la Androni ha voglia di riscatto. Ma il finale è da cardiopalma in discesa con i corridori che pennellano le curve sul panorama mozzafiato.
Lo sprint è quello da grandi corse, da arrivi di Giro d’Italia quelli sui quali punta anche Mark Cavendish presente alla partenza dal Velodromo visto che in Grecia ha trovato una seconda casa per trovare la condizione, grazie a Vasillis Anastopoulos, coach in Quick Step: “Ho visto le tappe del Giro d’Italia e ne ho puntate cinque” ci ha raccontato alla partenza da Oaka.
E alla fine la spunta Matteo Moschetti in cerca del riscatto a causa di un inizio di stagione un po’ difficile per problemi fisici vari come tutti: “Ho vinto a inizio stagione una tappa alla Vuelta Valenciana e poi sono iniziati i malanni. Qui al Tour of Hellas sto ritrovando la condizione e la vittoria in volata nella seconda tappa Atene – Itea mi da morale”.
a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata