Abbiamo raggiunto telefonicamente Domenico Pozzovivo prima della partenza della settima tappa (la Diamante-Potenza di 196 km, ndr) di questo Giro d’Italia 2022, che nonostante i tanti infortuni e i suoi 39 anni, sta dimostrando ancora una volta di essere tra i migliori italiani nelle corse a tappe.
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Infatti il corridore portacolori della Intermarchè Wanty-Gobert Matèriaux al momento si trova al 20esimo posto della generale a 2’37’’ dal migliore, vale a dire Juan Pedro Lòpez. Quella in programma oggi è una delle tappe preferite di Domenico per questa edizione della Corsa Rosa, essendo proprio sulle strade di casa. Percorsi che conosce molto bene e da dove è cominciata la sua carriera.
Domenico come va?
“Bene, grazie. E’ stato un inizio di Giro abbastanza tranquillo. Da oggi si comincia a fare sul serio, ci sono le prime asperità”.
Sei tra i primi venti corridori della generale. Che cosa ti aspetti da questa Corsa Rosa?
“Da questo Giro mi aspetto di entrare nella top10. Questo è quello che mi ero prefissato dopo l’infortunio del 2019, e cioè di essere tra i migliori dieci in un Grande Giro. Per ora sono in tabella vedremo come andrà nelle prossime settimane”.
C’è qualche tappa che hai messo nel mirino?
“Così a pelle mi piace molto la tappa del Blockhaus che ho già fatto nel 2017 e poi quella della Marmolada che ho fatto nel 2008 e sono arrivato secondo alle spalle di Sella che era in fuga. E poi quella in casa, oggi a Potenza. Queste sono le tappe che mi piacciono di più in questa edizione della Corsa Rosa”.
Oggi la settima tappa arriverà nella tua città, Potenza. Cosa significa per te?
“Sono strade che conosco molto bene, tra i vari allenamenti è una tappa che ho già fatto un po’ di volte. Secondo me oggi farà fatica a prendere il largo la fuga, ma una volta avviata sarà difficile riprenderla e quindi credo che i fuggitivi di giornata possano arrivare al traguardo. Il penultimo Gpm è molto impegnativo. Quando preparavo i primi Giri sognavo che un giorno la Corsa Rosa potesse passare da queste strade e quindi esserci oggi è un sogno che si realizza. Mi riporterà sicuramente indietro negli anni e rivivrò tanti momenti su queste strade. Tra l’altro dove oggi c’è l’ultimo Gpm di giornata, ad Abriola, sono cittadino onorario. Sarà bellissimo passare da lì”.
Quali sono le sensazioni ad oggi?
“Non ho ancora realmente capito quale sia la mia condizione. Sull’Etna non stavo benissimo ma l’approccio al Giro è stato ideale e quindi sono fiducioso. Oggi ne saprò di più”.
A Messina Vincenzo ha annunciato il ritiro a fine stagione. Te lo aspettavi?
“Sì, me lo aspettavo. Ho parlato un po’ con lui e nell’ultimo periodo ho capito che c’era questa possibilità”.
C’è un aneddoto che ricordi in particolar modo insieme a Vincenzo?
“C’è un aneddoto che ricordo benissimo ma risale ad anni fa, al 1997: da piccolini spesso correvamo in categorie miste (allievi e juniores), eravamo in Calabria – sulla Sila – e la salita era molto dura. L’unico ragazzo tra gli allievi che era riuscito a resistere ai miei continui attacchi (correvo tra gli juniores) era proprio Vincenzo. Un ragazzino alto e molto magro. Io poi non sono riuscito a vincere la corsa a causa di un problema meccanico e lui poi mi ha confessato di essere stato felice di questo mio problema perché non ne poteva più dei miei scatti. Vincenzo poi al traguardo è arrivato secondo, il primo tra gli allievi”.
Chi vedi come favorito di questa 105esima edizione del Giro d’Italia?
“Richard Carapaz”.
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