Danilo Di Luca è stato uno dei grandi del ciclismo italiano nella prima decade del Nuovo Millennio. Un campione nelle Classiche, capace anche di eccellere nelle corse di tre settimane: i trionfi al Giro d’Italia 2007, Giro di Lombardia 2001 e Liegi-Bastogne-Liegi 2007 lo dimostrano. Oggi il Killer di Spoltore è un imprenditore di successo: la sua azienda produce biciclette professionali ed accessori di alta qualità. Con l’abruzzese abbiamo analizzato i temi caldi dell’ultimo Giro d’Italia, proiettandoci poi sull’imminente Tour de France.
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Richard Carapaz era il favorito per il Giro d’Italia 2022, tuttavia Jai Hindley si è rivelato superiore in salita.
“La vittoria dell’australiano non è stata una sorpresa. Si vedeva che in salita pedalava molto bene“.
Ti saresti aspettato Vincenzo Nibali al quarto posto?
“Dopo la tappa in Abruzzo sul Blockhaus avevo pronosticato Nibali in top5, lo vedevo che era in crescita. Era sempre lì a lottare. Le qualità le ha, ma questo lo sapevamo già. E’ stato bravo“.
La caduta in discesa ha condizionato le ultime tappe di Domenico Pozzovivo.
“Però alla fine è arrivato nei 10, era il suo obiettivo. Magari poteva fare qualcosina meglio senza la caduta“.
Ancora una volta sono mancati i ricambi tra i giovani italiani in ottica corse a tappe. In questo senso non hanno convinto né Giulio Ciccone né Lorenzo Fortunato.
“Per fare classifica Ciccone deve ancora migliorare tanto, solo il tempo potrà dire se sarà in grado di farlo. Per fortuna ha vinto una tappa, anche se con una fuga da lontano. Fortunato lo scorso anno aveva avuto una stagione eccezionale, questa volta non si è ripetuto. Parliamo comunque di corridori di un altro spessore rispetto a Nibali: buoni corridori, ma non campioni“.
Perché il ciclismo italiano sta facendo così fatica?
“Se prima dominavi e ora fai fatica ad arrivare in top10, la causa non può essere solo l’assenza di una squadra World Tour. E’ tutto il contorno, gli sponsor, la Federazione, tante cose. I problemi a monte sono tanti. Prima si parlava di ricambio generazionale, ma ormai sono passati anni. Inoltre il ciclismo si è globalizzato. Bisognerà capire se ci saranno le persone giuste per provare ad uscire da questa situazione“.
Sarà un Tour de France a senso unico per Tadej Pogacar? E cosa dobbiamo aspettarci da Damiano Caruso?
“Pogacar, se è quello di 2 mesi fa, non avrà rivali sicuramente e vincerà a mani basse anche questa volta. Se Caruso sarà quello del 2021, ci farà divertire e farà un Tour da primi 10“.
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