L’inchiesta Operacion Puerto può dirsi chiusa, almeno da un punto di vista giudiziario.
Al termine di un lungo procedimento, iniziato nel maggio 2006 nei confronti del dottor Eufemiano Fuentes, reo di aver favorito le pratiche illecite di trasfusione, il giudice Alejandro Benito della Corte Provinciale di Madrid, ha emesso la sua sentenza, la quale scagiona il medico spagnolo dal reato di attentato alla salute pubblica, ma consente l’accesso alle 211 sacche sequestrate e, attualmente, conservate nel laboratorio di Barcellona. Queste verranno consegnate alle varie federazioni e organi antidoping, tra i quali l’UCI e l’AMA (Agenzia Mondiale Antidoping), e ci sarà la possibilità di fare chiarezza sui nomi degli sportivi coinvolti in questa vicenda.
Il fatto che la giustizia spagnola avesse requisito queste prove, al fine di portare avanti la requisitoria contro Fuentes, ha alimentato delle polemiche nel corso dell’inchiesta, poiché si parlava di circa 35 sportivi coinvolti, in buona parte ciclisti, senza sapere nomi. Alla fine le indagini hanno permesso di far luce su alcuni corridori, ma in seguito a confronti del DNA o confessioni degli atleti stessi, e nella rete sono finiti Jan Ullrich, Jorg Jacksche, Ivan Basso, Michele Scarponi, Tyler Hamilton e Alejandro Valverde, tuttavia alcune identità sono rimaste nell’ombra. Con la riconsegna delle sacche di sangue ci sarà la possibilità di far definitivamente chiarezza e capire chi ha fatto ricorso alle “cure” di Eufemiano Fuentes. Allo stesso tempo non sarà comunque possibile procedere contro gli altri sportivi coinvolti, poiché sono trascorsi più di 10 anni dall’evento e, secondo il regolamento dell’Agenzia Mondiale Antidoping, la questione scade in una sorta di prescrizione.
fonte SpazioCiclismo (Luca Pellegrini)