GIRO DONNE PROMOSSO A PIENI VOTI, MA SERVE PIU’ INTERESSE DEI MEDIA NAZIONALI

L’edizione che si è conclusa domenica scorsa a Padova della corsa a tappe più importante al mondo è stato un segnale di grande crescita dell’evento che dal 2021 è organizzato dalla Starlight SSD di Roberto Ruini. Il Giro d’Italia Donne ha ottenuto numeri in costante aumento di tappa in tappa, totalizzando ascolti importanti quotidianamente sulle reti televisive e in streaming, degni di una grande manifestazione sportiva.

Ben oltre venti milioni di telespettatori da oltre 200 Paesi di tutto il mondo si sono sintonizzati a seguire la 33° edizione, partita il 30 giugno da Cagliari e finita il 10 luglio a Padova, dove è arrivato il tris in classifica generale di Annemiek Van Vleuten. Quello della olandese si è anche trattato del primo sigillo del Team Movistar, che mai fino ad oggi aveva ottenuto la vittoria assoluta al Giro, e che ora punta alla doppietta con il Tour de France femminile, al via da Parigi domenica 24 luglio per otto tappe da seguire giorno per giorno. Ma tra tanti dati positivi e che danno fiducia per il futuro qualche nota stonata mediatica c’è.

Il Giro Donne è da sempre il punto di riferimento per le grandi corse a tappe in campo femminile, una manifestazione che si svolge praticamente ininterrottamente dal 1988, tranne che nel biennio 1992-1993. Anche la recente pandemia non ha impedito alla corsa di essersi disputata: nel 2020 (quando ancora era denominato Giro Rosa) si corse a settembre con nove frazioni dalla Toscana alla Puglia, mentre nel 2021 “scese” da World Tour a Pro Series. Ma ciò non ha fatto perdere d’animo gli organizzatori, che per il 2022 hanno programmato il ritorno immediato nella categoria più prestigiosa realizzando un evento di grande qualità organizzativa, professionale e che merita ancor di più massimo rispetto. Solamente in ambito giornalistico, molti quotidiani (soprattutto sportivi) non hanno dato lo spazio che il Giro d’Italia Donne meritava: nessuna delle tre principali testate giornalistiche sportive nella carta stampata (Gazzetta, Tuttosport e Corriere dello Sport) aveva al seguito un proprio inviato. Da questo punto di vista, i giornali potevano fare molto di più.

Il momento di gloria che vive il ciclismo femminile azzurro sta continuando in maniera imperterrita, non solo grazie alle tre vittorie in volata da parte di Elisa Balsamo (a Tortolì e Reggio Emilia) e di Chiara Consonni (a Padova, davanti a Rachele Barbieri), ma anche i risultati in classifica generale. Nella Top 10 sono finite Marta Cavalli (2°), Elisa Longo Borghini (4°), Silvia Persico (7°), ed Erica Magnaldi (8°), mentre Gaia Realini è cresciuta grazie alle prestazioni nelle tappe finali in alta montagna. Le continue vittorie di altissimo spessore che stanno ottenendo le nostre ragazze sono una motivazione ancora maggiore per far suscitare ancor più interesse mediatico, che a livello nazionale è stato piuttosto basso.

Il montepremi che è passato a 250 mila euro da un significato ancora più grande all’importanza dell’evento, che cresce di livello anche dal punto di vista economico. I numeri televisivi parlano chiaro, grazie alle dirette trasmesse da Discovery+/GCN/Eurosport (media partner dell’evento e sponsor della Maglia Verde dei GPM e della Maglia Bianca delle Giovani), PMG Sport e Rai. Ed inoltre c’è desiderio di migliorarsi ancora nei prossimi anni, facendo le cose ancora più in grande: il sogno del Direttore Roberto Ruini è quello di poter partire da Roma nell’edizione del 2023, e farà di tutto purché ciò possa avverarsi.

Ci siamo goduti un Giro Donne che ha attraversato cinque Regioni italiane: Sardegna, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino – Alto Adige e Veneto, percorrendo poco più di mille chilometri effettivi di gara attraversando alcuni dei territori più belli della nostra Italia: dal fantastico mare sardo fino alle Alpi passando per la Pianura Padana ed infine l’arrivo nella splendida cornice padovana di Prato della Valle e con grande seguito quotidiano di pubblico a bordo strada. Un percorso dal disegno impeccabile, paesaggisticamente stupendo e bilanciato nei profili altimetrici, seppur la tappa di Cesena sia stata forse inaspettatamente più selettiva delle altre, un po’ per il caldo torrido (temperature intorno ai 40°C) o per averla affrontata dopo il giorno di riposo necessario per tornare dalla Sardegna nel continente.

Per questa edizione magnifica tutto il gruppo può ritenersi molto soddisfatto, il lavoro è andato oltre le aspettative e c’è da godersi il meritato riposo prima di ricominciare a preparare quella del prossimo anno.

A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata