Le Olimpiadi di Tokyo 2020 non sono state sicuramente un punto di arrivo, ma un passaggio fondamentale verso traguardi ancora più ambiziosi per l’Italia del ciclismo su pista. Per il ct Marco Villa, ex pistard e vincitore di due titoli mondiali e un bronzo olimpico nella Madison, da quest’anno gli impegni e gli obiettivi sono raddoppiati: infatti oltre al movimento maschile – con cui da anni sta facendo un lavoro superlativo – segue anche quello femminile. In vista delle prossime Olimpiadi le ambizioni dell’Italia della pista raddoppiano. Lo abbiamo contattato a circa una decina di giorni dagli Europei su pista in programma a Monaco di Baviera dall’11 al 16 agosto per stilare un primo bilancio di questa stagione.
La tua VACANZA in bici
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Training Camp Spagna Costa Blanca
Scopri di più
Come stai?
“Insomma, ci sono stati giorni migliori. Mi è venuta una sciatalgia acuta e sono ancora abbastanza fermo”.
Filippo Ganna farà gli Europei?
“Ad oggi non sono in programma, aveva intenzione di fare la prova su strada ma non so che cos’abbia deciso. Lasciamo stare per quanto riguarda la pista e prepariamo bene i Mondiali. Verrà in pista ad allenarsi nei prossimi giorni per finalizzare il lavoro su strada”.
Agli Europei di Monaco a cosa punterà il quartetto?
“Puntiamo a fare bene come sempre. In settimana faremo qualche prova, non è detto che qualche giovane Under23 possa entrare a far parte del quartetto visto che mancheranno Ganna, Consonni e Milan e quindi è un’occasione per i giovani sia per farsi vedere sia per correre con corridori esperti come Lamon e Bertazzo”.
Il 4 agosto è l’anniversario dell’oro conquistato alle Olimpiadi di Tokyo. Ad un anno di distanza che cosa ti resta di quel giorno?
“In questi giorni sto ripercorrendo tutti i momenti delle scorse Olimpiadi. Sono ricordi che rimarranno sempre dentro ognuno di noi. Un anno fa oggi eravamo abbastanza tesi, volevamo fare bene la cronometro con Ganna e invece abbiamo perso la medaglia per 2″, Elia era portabandiera, c’era la bolla per il Covid… Ad un anno di distanza posso dire di aver visto un Filippo fortissimo nonostante la crono sia stata al di sotto delle aspettative. E’ sempre bello ricordare quei momenti”.
Milan puó raggiungere i risultati di Ganna in futuro?
“Jonathan sta dimostrando una grande crescita. Quest’anno sembra più maturo rispetto allo scorso anno e lo ha dimostrato alla Coppa del Mondo di Cali, in Colombia. Sta crescendo bene e soprattutto è arrivato dopo un periodo di stop a causa di alcuni problemi fisici. A Cali ha corso bene nonostante il poco allenamento e poca condizione che ti danno anche le gare a tappe. Milan è tornato da pochi giorni a correre su strada, al Giro di Polonia, e ci sono tutti i presupposti per pensare che possa arrivare in una buona condizione ai Mondiali”.
Donegà puó avere una chance per Omnium e Madison verso Parigi 2024 o il posto è prenotato da Viviani?
“Parigi 2024 è ancora più complicato di Tokyo 2020. Prima erano cinque titolari più una riserva, il nuovo regolamento invece darà quattro titolari più una riserva. Quei quattro/cinque corridori dovranno saper fare tutto e quindi le scelte saranno dettate anche da questo. Vedremo come andrà prossimamente. Ganna ad esempio si sta impegnando a fare la Madison fin da adesso perché non si può sapere cosa succederà”.
Finalmente c’è fermento nella velocità: possiamo aspettarci qualcosa già per Parigi?
“Ci stiamo lavorando e mi piacerebbe qualificarmi anche con dei posti per la velocità, sarebbe una cosa storica. Ci stiamo provando con ragazzi giovani che sono entusiasti grazie anche a Ivan Quaranta che ci sta mettendo passione e tanto lavoro per cercare di formare un bel gruppo di velocisti. Io ho sempre dichiarato che è un settore in cui facciamo abbastanza fatica, ma questi risultati e il lavoro di Ivan mi stanno sorprendendo. Speriamo che, come successo per il quartetto, questi risultati siano un segnale di un buon cambio di marcia”.
Il quartetto femminile è pronto per vincere un Mondiale o una Olimpiade o manca ancora qualcosa?
“Erano già pronte allo scorso Mondiale, ci sono andate vicino. Nelle Coppe del Mondo hanno dimostrato di essere competitive e quindi secondo me fanno ben sperare. Anche i risultati che vediamo su strada sono un segnale che anche le ragazze stiano facendo lo stesso percorso dei ragazzi verso Tokyo 2020. Non hanno niente da invidiare al quartetto maschile”.
Oggi Elisa Balsamo è la migliore pistard del mondo?
“Io la conosco bene da quest’anno, prima la vedevo solo da esterno. Mi ha sorpreso molto, ci sono tante cose che le riescono facili e anche a cronometro ha dei tempi che possono portarci a Parigi con ottimi risultati. Però ci sono delle avversarie altrettanto forti, come Alzini, Barbieri, Paternoster, Guazzini, Zanardi, Consonni giusto per citarne alcune e per questo motivo dovrò fare delle scelte, ma come successo per i ragazzi ne andrà dei buoni risultati di tutto il gruppo. Ho in mano un gruppo fortissimo e multidisciplinare e anche sulla strada possono fare bene e ne sarei davvero contento”.
Chi affiancheresti ad Elisa Balsamo nella Madison?
“Ha provato con la Guazzini e con la Consonni. Però in questi due anni faremo tante altre prove mischiandoci per capire bene quale sarà la coppia migliore e quindi le farò girare”.
Troppi alti e bassi per ora per Letizia Paternoster: cosa dobbiamo aspettarci?
“Lei in primis lo sa che da qui a Parigi non deve più avere alti e bassi ma avere una continuità e dare certezze come successo anche per gli uomini. L’ho vista in ripresa in questi mesi e agli Europei avremo modo di capire a che punto è. Ho parlato con Letizia, insieme a Roberto Amadio e alla sua squadra, la Trek-Segafredo, e sa che deve cambiare marcia, quindi essere più decisa come quando faceva la differenza gli anni scorsi. La Federazione crede molto in lei, ora sta a lei”.
In generale che differenze hai notato nell’allenare le donne rispetto agli uomini?
“Non ho notato grandi differenze. Sono abituato a lavorare con gli uomini da tanti anni e quindi devo capire bene che carichi riescono a sopportare le donne, devo ancora prenderci un po’ le misure. Al momento abbiamo ottenuto dei buoni risultati,, ma gli allenamenti non sono stati tanti. L’attività su strada è molto intensa e quindi in pista non le ho viste ancora tanto soprattutto perché il ricambio che può avere una squadra maschile non ce l’ha una femminile. Fare un Giro d’Italia e un Tour de France in un mese penso che molte squadre abbiano corso con le stesse ragazze a differenza di quanto succede negli uomini. Ci sono delle giovani che però possono crescere bene in vista dei prossimi anni, ci vuole tempo. Rispetto al settore maschile c’è ancora poca quantità ma siamo sulla strada giusta”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata