Quanto visto in campo maschile e femminile sulle strade di Spagna riflette la situazione attuale del ciclismo italiano, da una parte in grave difficoltà e dall’altra sulla cresta dell’onda. Si è scritta, ma all’estero, la storia in entrambe le gare, grazie agli importantissimi trionfi di Remco Evenepoel che ha riportato sul tetto di un grande Giro un corridore belga dopo 44 anni, e di Annemiek Van Vleuten, nell’olimpo del ciclismo mondiale e dello sport grazie alla tripletta ottenuta in un singolo anno: Giro, Tour e Vuelta. Non era mai successo.
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In Italia, in campo maschile, fatichiamo enormemente. Quest’anno abbiamo vinto tappe soltanto nella nostra corsa di casa, il Giro. In Francia e in Spagna ne siamo usciti amaramente a mani vuote, nonostante i due secondi posti alla Vuelta di Samuele Battistella. Il vicentino dell’Astana ci è andato davvero vicino all’accarezzare il sogno di una vittoria di tappa, la prima volta battuto per pochissimi centimetri da Herrada, la seconda si è arreso solamente a uno scatenato Louis Meintjes su una salita durissima come quella di Les Praeres. Ci consoliamo con la Maglia Rossa vestita da Edoardo Affini in Olanda dopo la seconda tappa, quando la Jumbo – Visma aveva vinto la cronosquadre inaugurale a Utrecht e che con Roglic sembrava potesse andare a vincere un’altra edizione consecutiva. Gli Azzurri non hanno mai lottato per la classifica generale, basti pensare che il migliore classificato nella generale è Edoardo Zambanini, 36° a 1h31’40” da Remco Evenepoel.
Il campione belga ha strameritato la sua vittoria e le lacrime dopo l’arrivo di sabato al Puerto de Navacerrada sono state tra le cose più emozionanti viste nell’intera Vuelta, così come il saluto regalato ad due fuoriclasse come Alejandro Valverde e Vincenzo Nibali da parte del gruppo e del pubblico per la loro ultima partecipazione in carriera ad un Grande Giro e che cesseranno la propria attività agonistica dopo il Giro di Lombardia. E’ stata una Vuelta falcidiata dal Covid, che ha colpito numerosi corridori costringendoli al ritiro. Non è stato così per Juan Ayuso, ritenuto con “carica virale leggera” nonostante la sua positività ad un tampone, ed il giovane spagnolo ha proseguito fino al terzo posto assoluto in classifica. Era da oltre un secolo, esattamente dal Tour de France 1904, che un corridore della sua età non riusciva a salire sul podio finale di un Grande Giro. In ottica Mondiale l’Italia maschile non parte di certo coi favori del pronostico: i risultati della stagione fino ad oggi sono lampanti e sembra davvero difficile puntare almeno a una medaglia. Ma gli exploit spesso ci sono stati e proviamo a sperare.
Tutta un’altra cosa succede invece tra le ragazze, che vanno in Australia con un bilancio generale ottimo. Sono 41 i successi stagionali delle Azzurre, di cui due nella Vuelta, grazie a Silvia Persico (prima anche nella Classifica a punti) ed Elisa Balsamo, alla sua ultima gara con la Maglia di Campionessa del Mondo in carica. Nella tappa di ieri a Madrid, ben otto atlete azzurre hanno concluso tra le prime 15: Balsamo (1°), Bastianelli (3°), Bertizzolo (5°), Confalonieri (6°), Guazzini (10°), Persico (11°), Borghesi (12°) ed Elisa Longo Borghini. La piemontese di Ornavasso ha anche vestito per un giorno la Maglia Rossa grazie al successo della sua Trek-Segafredo nella cronometro a squadre e in classifica si è dovuta arrendere solamente ad Annemiek Van Vleuten, vera regina della stagione 2022 avendo portato a casa tutti e tre i Grandi Giri. Ora più che mai per la Nazionale di Paolo Sangalli nutriamo la più assoluta fiducia in vista del Mondiale, rassegna che inizierà nella notte italiana del 18 settembre a Wollongong (Australia).
Il supporto verso tutte le squadre Azzurre non deve mancare, anche se viviamo una situazione tra alti e bassi. Ed è soprattutto in questi momenti dove il nostro sostegno deve essere più importante.
Forza Azzurri e Forza Azzurre!
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata