Vincenzo Nibali sarà consulente tecnico e ambasciatore del Q36.5 Pro Cycling Team, formazione Professional che è stata ufficialmente presentata nella giornata odierna. La rosa sarà composta da 23 corridori di 13 nazionalità diversa. Gli italiani saranno ben sette: Gianluca Brambilla e Matteo Moschetti provengono dalla Trek-Segafredo, Alessandro Fedeli ha concluso la breve esperienza con la Eolo-Kometa, Filippo Conca si è trasferito dalla Lotto Soudal, prima stagione da professionisti per Antonio Puppio, Nicolò Parisini e Walter Calzoni.
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Il progetto è di Douglas Ryder, il quale ha parlato della sua nuova formazione: “Il ciclismo stimola cambiamenti positivi e noi crediamo che l’organico di atleti e tecnici che abbiamo allestito saprà vivere la nostra missione e gareggerà con passione e grinta. Noi, comunque, saremo in sella per qualcosa di più che non la sola vittoria: gareggiamo per modellare il futuro in maniera positiva, guardando in particolare alla mobilità, all’educazione e allo sviluppo in Africa”. Con la casacca del team svizzero, spronsorizzato dall’azienda di abbigliamento bolzanina, vedremo all’opera anche nomi noti come quelli di Mark Donovan, Carl Fredrik Hagen, Jack Bauer.
ROSA Q36.5 PRO CYCLING TEAM
Negasi Haylu Abreha – ETH
Matteo Badilatti – SUI
Jack Bauer – NZL
Gianluca Brambilla – ITA
Walter Calzoni – ITA
Marcel Camprubi Pijuan – ESP
Fabio Christen – SUI
Filippo Colombo – SUI
Filippo Conca – ITA
Corey Davis – USA
Tom Devriendt – BEL
Mark Donovan- GBR
Alessandro Fedeli – ITA
Carl Fredrik Hagen – NOR
Damien Howson – AUS
Tobias Ludvigsson – SWE
Cyrus Monk – AUS
Matteo Moschetti – ITA
Nicolo’ Parisini – ITA
Antonio Puppio – ITA
Joseph Rosskopf – USA
Szymon Sajnok – POL
Nickolas Zukowsky – CAN
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata
Un’altra squadra ciclistica si presenta all’orizzonte promossa dal campione Vincenzo Nibali. Da parte svizzera solo 3 corridori in organico che considero un po’ pochi dato che la squadra è affiliata in Svizzera, si può ancora correre ai ripari?