Ci vorrà ancora del tempo per capire i prossimi obiettivi di Primož Roglič. Lo sloveno, costretto a sottoporsi nei mesi scorsi a un’operazione alla spalla dopo la caduta nella sedicesima tappa Vuelta a España 2022, non può ancora permettersi di pianificare il calendario della nuova stagione. Nel frattempo però, il classe 1989 ha ricevuto finalmente l’ok dei medici per tornare in sella alla bicicletta e ora il suo l’obiettivo sarà quello di farsi trovare pronto per il secondo raduno della sua squadra, la Jumbo Visma, in programma a inizio gennaio.
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Intervistato da WielerFlits, Roglič ha parlato del nuovo anno: “Ho avuto una pausa di fine stagione molto più lunga del solito, ma a volte un approccio differente può dare buoni risultati. Il 2023 potrebbe essere una stagione in cui sarà difficile fissare traguardi per la primavera e in cui potrei dare il meglio nei mesi successivi. Il Giro d’Italia? Mi piacerebbe tornarci, ma devo prima recuperare al 100 per cento. Temo che possa arrivare troppo presto in questo senso. Dipenderà da quanto riuscirò ad allenarmi al massimo prima. Questi mesi stanno volando e ora mi devo chiedere se potrò essere al via del Giro al mio massimo livello o se sarebbe più saggio prendermi più tempo e prepararmi al meglio per il Tour de France“.
A proposito di Tour de France lo sloveno ha aggiunto: “Sicuramente voglio tornarci. Il mio primo desiderio sarà riuscire ad arrivare a Parigi. Dopo le ultime edizioni, devo tornare alle basi e pensare al primo obiettivo possibile. Ma poi vorrò competere per le posizioni più importanti. La prossima edizione sarà speciale, con Jonas Vingegaard con il numero 1 sulla schiena e la mia squadra che dovrà difendere il titolo appena vinto. Mi piacerebbe esserci”.
Il nativo di Trbovlje raggiungerà il prossimo ottobre i 34 anni, ma vietato parlare di vecchiaia: “Posso ancora vincere. Mi vedo pedalare al massimo livello per almeno altre 4 stagioni. Valverde, Nibali, hanno ottenuto grandi risultati in un’età avanzata, perché non potrei farlo io? Il ciclismo mi piace ancora, gli allenamenti duri non sono un sacrificio e non ho problemi a lavorare per un obiettivo prefissato. La scintilla di voler ottenere il massimo dalla mia carriera c’è ancora”.
Alla fine è arrivato un commento sui tanti giovani che si sono messi in mostra nella scorsa stagione: “Penso che sia una buona cosa per il ciclismo. Aumenta la competizione e alza l’asticella. Ma io preferisco guardare alle cose che posso fare io per migliorare e per tornare al mio meglio. Se mi sento vecchio rispetto a Evenepoel? Ti senti vecchio quando vai molto più piano dei giovani. Se riuscirò a tornare in forma, non penso che noterò granche la differenza di età”.
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