Una parte di sogno che si avvera. Jay Vine non avrebbe mai pensato, fino a tre anni fa, che sarebbe stato proprio lui a poter trionfare nel Tour Down Under, prima corsa stagionale, e di poter essere celebrato in Australia come un vero eroe. E invece l’australiano oggi può esultare, mettendo un’altra tacca alla sua cintura dopo i due successi all’ultima Vuelta a España e dimostrando un’altra volta di non essere soltanto ‘quello di Zwift’, ma un corridore vero, che sa vincere.
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Gli è bastato oggi un secondo posto alle spalle di Simon Yates (Jayco-AlUla) nell’ultima tappa della corsa oceanica, la Unley-Mount Lofty di 112, 5 chilometri. Per lungo tratto l’uomo della UAE Team Emirates è rimasto nella pancia del gruppo, assistendo ai numerosi attacchi disseminati nel tempo in una giornata da oltre 3000 metri di dislivello e 5 scalate al Mount Lofty, 1300 metri da 7,3% di pendenza media. Ma alla fine nessun attacco è mai quello decisivo, nemmeno l’ultimo di Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step) che si porta dietro altri otto corridori: il gruppo rimane sempre attaccato.
La corsa si riduce dunque agli ultimi due chilometri, all’ultima salita. E a rompere gli indugi è Simon Yates, ma dietro di lui rimane la coppia australiana composta dal leader Vine e da Ben O’Connor, che si attacca ai due vedendo il modo di poter risalire la classifica. Il terzetto si costruisce un cuscinetto di qualche secondo che basta per la volata finale: Vine parte lungo, ma viene passato dal britannico in prossimità del traguardo. Tutti contenti, in fondo.
Con questa vittoria, Yates consolida la piazza d’onore ad 11” dall’australiano, staccando Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), rimasto nella pancia del gruppo e a 27” dal vincitore finale. Classifica strettissima poi nelle posizioni di rincalzo: grazie al terzo posto, Ben O’Connor risale fino al sesto posto alle spalle di Magnus Sheffield e Mauro Schmid. Un piccolo rammarico è per Antonio Tiberi (Trek-Segafredo): l’azzurro è quarto a 3”, solo uno da O’Connor, uscendo dal gruppo soltanto negli ultimi metri, e alla fine è ottavo a 10” dalla quarta piazza di Sheffield. Rimane un buonissimo piazzamento nella generale, ma forse se fosse riuscito ad osare un po’ in più avrebbe potuto essere anche in top 5.
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