Peter Sagan dice basta. Non subito, sia chiaro, il fuoriclasse slovacco porterà a termine questa stagione per poi ritirarsi dal ciclismo su strada. Il portacolori della TotalEnergies a 33 anni ha deciso di lasciare per dedicarsi, ai Mondiali di Parigi di Mountain Bike in programma nel 2024.
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Il palmares di Sagan si racconta da se, fenomeno da subito in Mountain Bike, poi l’approdo alla Liquigas e la sua definitiva consacrazione soprattutto nelle corse di un giorno. 124 vittorie da professionista, 3 titoli Mondiali consecutivi vinti a Richmond nel 2015, Doha nel 2016 e Bergen nel 2017 – unico nella storia del ciclismo – , oltre a tutte le classiche monumento quali Giro delle Fiandre, una Parigi – Roubaix, tre volte la Gand-Wevelgem e la E3 Harelbeke. Nei grandi giri ha dato spettacolo a Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta. Alla Grand Boucle si è portato a casa per sette volte la maglia verde, ha vinto quella ciclamino al Giro e la Classifica Word Tour nel 2016. Un palmares di lusso per l’istrionico e poliedrico corridore, uno dei più rock del gruppo in grado di farsi amare dalla folla anche per quel suo essere geniale e guascone sia nel celebrare le vittorie, che nei post tappa. Certo resta il rammarico per non aver vinto, fino ad ora, la Milano – Sanremo unico, vero, grande rammarico di questi 13 anni di carriera vissuti in maniera intensa e vincente.
Queste le sue parole ripresa da molti media: “Ciao ragazzi. Lo sapete, sono Peter Sagan, e devo fare un annuncio molto importante. Sono qui alla Vuelta a San Juan e oggi è il mio compleanno, 33 anni. E voglio annunciare che questo sarà il mio ultimo anno nel “ciclismo World Tour. Ho iniziato in mountain-bike e ho sempre detto che mi piacerebbe finire la mia carriera allo stesso modo perchè è qualcosa che mi dà gioia. E’ importante per me anche trascorrere del tempo con mio figlio Marlon e vedere la vita da diverse angolature, non solo da corridore. Non ho mai sognato di fare il ciclista professionista fino a 40 o 50 anni e se riuscissi a chiudere la mia carriera ai Giochi di Parigi sarebbe bello. Non lo faccio perchè voglio una medaglia o altro, è una questione di quello che voglio fare io, per me stesso”
Il corridore slovacco sarà comunque al via delle classiche di primavera, suo terreno di caccia preferito e del Tour la corsa che più di ogni altro lo ha reso grande.
Con il ritiro di Sagan, si chiude un capitolo, legato ad un ciclismo più frizzante, imprevedibile e divertente che è andato oltre alla fatica della strada ma che ha saputo regalare attimi che sono entrati nel costume di questo sport.
A cura di M.M.-Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata