Il secondo posto nell’ultima Milano-Sanremo di Filippo Ganna ha rilanciato, in maniera ancor più insistente, l’interrogativo sull’attuale livello del ciclismo italiano nelle gare internazionali. Ora come ora, i corridori azzurri, con l’eccezione del campione della Ineos-Grenadiers, non hanno “i gradi” dei capitani nelle compagini di cui fanno parte, di conseguenza devono mettere da parte le ambizioni del proprio “Io” in favore di altri atleti.
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Una criticità che dura da diverso tempo e a detta del presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), Cordiano Dagnoni, la motivazione è molto chiara: “All’Italia non mancano atleti bravi, ma manca una squadra di livello, una squadra World Tour che possa valorizzare i nostri corridori. Filippo Ganna è arrivato secondo alla Milano-Sanremo, però è in una squadra (Ineos-Grenadiers ndr) dove fanno il lavoro per altri atleti, quelli britannici“, le parole della massimo dirigente della Federiciclismo (fonte: ANSA).
“Gli sponsor che arrivano sono addirittura governativi: Astana, Israel o Bahrein. A livello di emozione si perde qualcosa rispetto al passato“, ha aggiunto il n.1 della FCI. Dagnoni, incontratosi con il ministro Matteo Salvini, ha anche parlato dell’importante problema della sicurezza sulle strade italiane per chi va in bicicletta.
“Questa mattina abbiamo avuto in incontro con il ministro Salvini per rimodulare il codice della strada, nel senso della maggior sicurezza. Noi abbiamo fatto le nostre proposte, ma basterebbe fare quello che si fa nei Paesi del Nord, come ad esempio il Belgio. Noi puntiamo ad esempio sulle carreggiate dedicate, la ciclabile esclusiva che serve anche anche a chi fa agonismo che può andare a 40 all’ora senza pericoli e senza trovare l’anziano col cagnolino, come può capitare nelle piste ciclopedonali, che non sono abbastanza sicure“, le sue considerazioni.
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