Abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandro Covi, uno dei talenti più interessanti del panorama ciclistico italiano. In questa prima parte di stagione, il 24enne lombardo ha già messo nelle gambe 25 giorni di corsa per un totale di 3659 km, centrando anche un terzo posto al Trofeo Laigueglia. Poi l’influenza, la sinusite prima e faringite poi che ho hanno costretto ad uno stop forzato con una conseguente modifica del suo calendario di corse.
Dal 15 al 22 Febbraio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Moser, Bugno, Chiappucci e Mosole
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Come stai?
“Ancora un po’ ammalato ma bene dai, sto guarendo dalla faringite. Ho scoperto anche di aver avuto la mononucleosi negli ultimi mesi, però ora sono guarito”.
Quest’anno hai cominciato dall’Australia. Influenza a parte, com’è andata questa prima parte di stagione?
“A parte questi piccoli problemi di salute, è una stagione che è cominciata bene dove sono riuscito a trovare anche una buona condizione, peccato per questo stop forzato che non ci voleva”:
In questo avvio di stagione hai sempre lavorato per i tuoi compagni, avendo pochi spazi per ambizioni personali: in proiezioni futura il tuo lavoro primario sarà di appoggio ai capitani?
“È un po’ un equilibrio, aiuto i capitani quando c’è bisogno ma allo stesso tempo ho le mie possibilità e cerco di sfruttarle al massimo per puntare alla vittoria”.
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?
“La Freccia del Brabante il 9 aprile per poi andare in altura a Sierra Nevada per circa due settimane in vista del Giro d’Italia”.
Tra te e Tadej Pogacar c’è poco più di una settimana di differenza di età: com’è avere in squadra una stella di questo calibro?
“Una settimana di differenza di età ma anche due Tour de France (ride, ndr). Tadej è un vero campione, ti dà una grande motivazione ed è una certezza. È uno stimolo averlo in squadra ed è un grande onore correre al suo fianco”.
Che ragazzo è Tadej?
“Tranquillo, il ragazzo della porta accanto. Io e Tadej ci conosciamo da tanti anni perché già da juniores correvamo insieme e nel corso degli anni, nonostante la sua fame, non è cambiato. È il Tadej di sempre”.
Che cosa ti aspetti da quest’anno?
“Mi aspetto di tornare a vincere, salute permettendo, e di fare un bel Giro d’Italia con la speranza poi di essere tra i convocati per i Mondiali di Glasgow. Da quando sono professionista non ho ancora mai corso il Mondiale con la maglia azzurra e mi piacerebbe molto”.
Se dovessi scegliere un unico grande obiettivo per il 2023?
“Una vittoria di tappa al Giro d’Italia”.
La corsa dei sogni qual è?
“Il Mondiale è la corsa dei miei sogni, ma anche la Tre Valli Varesine perché è una corsa sulle strade di casa e quindi la porto nel cuore: e infine il Giro delle Fiandre che dovevo fare quest’anno ma non sarò al via visto le mie condizioni di salute”.
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