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Abbiamo raggiunto telefonicamente Lorenzo Milesi, 21enne bergamasco di San Giovanni Bianco. Cresciuto sugli sci, poi prestato al calcio (giocava terzino sinistro), Milesi è in sella da tre stagioni. Ha iniziato da allievo secondo anno, nel Pedale Brembillese per poi approdare alla Beltrami TSA – Tre Colli nel 2021, stagista del Team DSM lo scorso anno, fino ad approdare in questa stagione – e in così poco tempo – nel mondo dei grandi, quello del World Tour, grazie ad un contratto triennale (fino al 2025, ndr) con il Team DSM.
Com’è stato il tuo impatto tra i professionisti alla DSM? Hai incontrato delle difficoltà?
“I vari ritiri sono andati bene, ma non è stato un inizio di stagione semplice. Sono caduto in più occasioni e si sono complicate le cose e non sono ancora riuscito ad entrare in condizione. Al Catalunya ho sofferto molto, ma spero di stare meglio prossimamente”.
Qual è il tuo prossimo appuntamento?
“Il Tour of the Alps, adesso sono in Olanda per fare vari test per le posizioni a cronometro e poi avrò un periodo di allenamento dove cercherò di entrare in condizione in vista dei prossimi appuntamenti”.
Sei un passista-scalatore, ma anche la cronometro sembra adatta a te. Alle corse a tappe in prospettiva ci pensi o non sono nei tuoi piani?
“Ci penso, in squadra faccio parte del gruppo scalatori/corse a tappe. Vedremo”.
Quali corse pensi che possano essere più adatte a te?
“Bella domanda. Sinceramente non lo so ancora, ma non mi dispiacerebbe mettermi alla prova in qualche Classica come il Giro delle Fiandre o l’Amstel”.
Qual è il tuo ruolo alla DSM? Avrai qualche spazio per provare a prenderti delle soddisfazioni?
“Sicuramente ci saranno dei momenti in cui avrò il via libera, ma per adesso il primo obiettivo è quello di essere di supporto alla squadra”.
Da U23 hai corso anche contro Romain Gregoire: pensi sia un predestinato?
“È uno di quei ragazzi che va molto forte e sicuramente riuscirà a togliersi qualche bella soddisfazione, ma il livello del ciclismo si è alzato molto e quindi non sarà facilissimo”.
Da giovanissimo sei emigrato in Olanda per trovare la tua strada nel mondo del ciclismo. Una scelta coraggiosa: perché in Italia ormai è così difficile emergere per un giovane?
“È una scelta che rifarei assolutamente, all’estero riesci a confrontarti con molti più corridori. Il problema del correre in Italia, escluse le gare internazionali, è che corri sempre con gli stessi corridori e quindi hai poche opportunità per poterti confrontare”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata