Partirà domani da Denain la terza edizione della Parigi-Roubaix Femmes, corsa epica arrivata nel circuito femminile con colpevole ritardo ma che non ha mancato di offrire spettacolo nelle due annate passate. L’impresa in solitaria di Lizzy Deignan nel 2021, poi l’indimenticabile vittoria di Elisa Longo Borghini lo scorso anno in maglia tricolore.
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Insomma, la Parigi-Roubaix sin qui è stato un affare esclusivo per la Trek-Segafredo, che anche quest’anno si presenterà al via con una squadra di altissimo livello, seppur manchevole di elementi chiave dello scorso anno come Ellen van Dijk, fuori perché in attesa di un figlio, ed Audrey Cordon-Ragot, nel frattempo passata alla Human Powered Health dopo aver abbandonato la Zaaf perché inadempiente nel pagare gli stipendi.
Elisa Longo Borghini sarà dunque nuovamente il faro di una formazione che dovrà prima di ogni altra cosa trovare il modo di fronteggiare una SD Worx che sin qui ha letteralmente cannibalizzato la stagione, lasciando alle altre poco più delle briciole. Proprio nella formazione neerlandese milita la grande favorita per la vittoria nel Velodromo di Roubaix, la belga Lotte Kopecky che andrà a caccia della doppietta con il Giro delle Fiandre.
Proprio la corsa fiamminga ha dato risposte importantissime all’atleta italiana. Arrivata alla partenza di Oudenaarde con più dubbi che certezze, è riuscita a centrare un magnifico terzo posto nonostante gran parte della gara passata a lavorare al servizio delle compagne. La piemontese non è sembrata in grado di tenere il ritmo delle migliori sui muri più impegnativi, ma questo potrebbe non risultare un problema alla Roubaix.
La Trek avrà inoltre a disposizione carte importantissime come Lucinda Brand e, soprattutto, Elisa Balsamo. L’ex campionessa del mondo lo scorso anno stava interpretando al meglio la gara prima della sfortunata foratura e la squalifica per “bidon collé”, sostanzialmente per essersi fatta trainare dall’ammiraglia nel tentativo di rientrare.
Lo scorso anno Longo Borghini partì in solitaria a 33 km dal termine, sul tratto innocuo solo all’apparenza di Templeuve, portando poi un’azione che fu un piccolo grande capolavoro di intelligenza tattica, di lettura della corsa e, ovviamente, di gambe. Un bis le permetterebbe di consolidare ulteriormente il suo status di icona di questo sport, proiettandola direttamente nella leggenda.
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