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TECHNOGYM E IL PEDALE, STORIA DI UNA PASSIONE


Technogym e il ciclismo, un binomio che, in quasi 30 anni, ha scritto pagine importanti di questo sport. Dal debutto del 1995 con la squadra MG Boys Maglificio ai progetti del futuro, la cronistoria di una partnership all’insegna della passione raccontata direttamente dalla pagina ufficiale del colosso cesenate.

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La storia di Technogym è una storia che fin dalle origini dell’azienda si intreccia con il ciclismo professionistico e che dal ciclismo – pro ma anche amatoriale – trae nuova linfa, in un continuo interscambio di informazioni, di tecnologie e di campioni.

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Una storia che parte da lontano e che è cresciuta pedalata dopo pedalata, traguardo dopo traguardo e che idealmente troverà il suo arrivo (di tappa) il prossimo 14 maggio, quando il Technogym Village sarà il capolinea della Savignano-Cesena, 9a tappa del Giro d’Italia 2023. La Corsa Rosa si tingerà di giallo Technogym nella seconda cronometro individuale, una tappa che chiude la prima parte del Giro 2023, prima del riposo e del transfer della carovana rosa in terra toscana.

Ma qual è l’origine del legame che unisce l’azienda alle due ruote? Ricostruire la storia di questo sodalizio presuppone fare un viaggio a ritroso, e quale miglior guida di colui che questa strada l’ha percorsa? Ne abbiamo parlato con Silvano Zanuso, Direttore del Dipartimento di Ricerca Scientifica di Technogym nonché Professore Associato presso la School of Medical and Health Sciences della Edith Cowan University di Perth, Australia.

In Technogym dal 1997, Zanuso si occupa di supportare gli ingegneri nello sviluppo di equipment e soluzioni per il wellness; la tecnologia, e con essa l’innovazione che da sempre contraddistingue l’azienda, ha giocato un ruolo fondamentale nel far crescere prima e consolidare poi il rapporto tra l’azienda e le due ruote. Dai professionisti agli amatori e ritorno: da oltre 25 anni Technogym supporta i ciclisti di ogni ordine e grado e sviluppa prodotti e applicazioni che hanno fatto, fanno e faranno la differenza.

L’ingresso di Technogym nel mondo del ciclismo professionistico su strada avviene nel 1995: la squadra MG Boys Maglificio è alla ricerca di un nuovo sponsor e lo trova in Nerio Alessandri. Il patron intuisce la potenzialità della squadra e il feedback che può ottenere dagli atleti, anche e soprattutto per migliorare la gamma dei prodotti e, in particolare, delle bike da palestra della Race Line, la prima vera linea di attrezzature cardiovascolari, prodotta a partire dal 1989.

Race Line, infatti, ha segnato un importante cambio di passo per Technogym: da azienda con una dimensionale artigianale e prettamente meccanica a realtà industriale con connotazione elettronica. Pochi mesi prima, infatti, Technogym, aveva brevettato il sistema CPR (Constant Pulse Rate): un algoritmo scientifico grazie al quale l’intensità dell’allenamento veniva determinata dalla frequenza cardiaca dell’utente. Un sensore Polar contenuto nella fascia cardiaca “leggeva” i battiti e adattava l’allenamento di conseguenza: una prima rivoluzione (un brevetto esclusivo Technogym) in un mondo ancora dominato da tabelle di allenamento determinate da calcoli empirici e standardizzati.

Con la sponsorizzazione della squadra ciclistica la stessa cambia nome e diventa MG Boys Maglificio-Technogym: il manager resta “il sergente di ferro” Giancarlo Ferretti, ruolo che ricopre dal 1994, affiancato dai direttori sportivi Serge Parsani e Oscar Pirazzini. In squadra la novità è l’arrivo di Gianni Bugno che completa una rosa di 17 atleti formata, tra gli altri, da Davide Cassani, Fabio Baldato, Davide Rebellin, Alberto Elli, Maximilian Sciandri, Rolf Sorensen e Pascal Richard. Grazie a loro il team ottiene tre vittorie al Giro d’Italia (una Sorensen, due Richard), due al Tour de France (Baldato, Sciandri) che, insieme ad altre vittorie a grandi classiche permettono alla squadra di ottenere il secondo posto nella classifica a squadre dell’UCI Road World Cup.

Nel 1996 si unisce alla squadra Michele Bartoli, fresco del quarto posto ottenuto in Coppa del Mondo. Per il forte velocista toscano, specialista delle corse in linea, gli anni in forza alla MG Boys-Technogym (ci resterà fino al 1997) saranno proficui di successi e soddisfazioni: solo nel 1996 ottiene nove vittorie, tra cui una tappa della Tirreno-Adriatico e la vittoria del Giro delle Fiandre. A corroborare il terzo posto nel ranking UCI c’è il trionfo di Pascal Richard nella Liegi-Bastogne-Liegi che si aggiunge alle tre vittorie di tappa nel Giro d’Italia (Fontanelli, lo stesso Richard e Bugno), due al Tour de France (ancora Pascal Richard e Baldato), tre alla Vuelta a España (due Baldato, una Bugno). Ciliegina sulla torta, seppur con una casacca diversa, la vittoria dello svizzero Richard alle Olimpiadi di Atlanta, le olimpiadi del centenario.

Nel 1997 esordiscono nel professionismo Paolo Bettini e Mauro Matteo Tosatto che si aggiungono ad una rosa formata, tra gli altri, da Gilberto Simoni Michele Coppolillo; a dominare la prima parte di stagione è sempre Michele Bartoli che ottiene piazzamenti nella top 10 di molte gare e vince la Coppa del Mondo dopo aver trionfato alla Liegi-Bastogne-Liegi. Il resto della stagione agonistica prosegue in maniera altalenante e discontinua, complici una serie di vicissitudini interne; nell’autunno dello stesso anno la squadra viene sciolta.

Nel frattempo, Technogym ha compiuto un altro step. Sono anni in cui il fitness esplode come fenomeno di massa – anche grazie all’intuizione e all’azione dell’azienda stessa – e ora serve un messaggio nuovo e rivoluzionario, che non punti solo all’attività fisica in senso stretto ma che si occupi di benessere, alimentazione corretta e del movimento come stile di vita. In una parola, il Wellness. Technogym utilizza i feedback ottenuti dal lavoro con i corridori professionisti e massimizza gli input ricevuti, proseguendo sulla strada tracciata sempre nell’ottica del miglioramento dei propri prodotti.

Dalle parole del dott. Zanuso: “Subito dopo la linea Race, in virtù dell’importanza che davamo al ciclismo e al lavoro fatto con gli atleti della squadra, Technogym sviluppa un prodotto ‘storico’ per l’azienda, lo Spintrainer: i primi rulli computerizzati. All’epoca lo Spintrainer era un prodotto all’avanguardia, utilizzato già da molti professionisti [il prodotto compare anche nelle ADV e nella campagna promozionale dell’epoca n.d.r.]. Ci avvalevamo dell’esperienza tecnica con i ciclisti per migliorare Spintrainer e offrirlo poi alla clientela finale. Per promuovere Spintrainer organizzammo il Technogym Virtual Tour, un Giro d’Italia a tappe, e per farlo facemmo ricorso a un altro nostro brevetto, la Technogym Key, lanciata nell’ambito del Wellness System”.

Il primo ciclosimulatore, nato dal Centro di Ricerca Scientifica di Technogym, che ha ispirato lo sviluppo di numerose tecnologie per l’allenamento dei ciclisti.

La storia che lega il ciclismo e Technogym è nata anche dalla passione che in Romagna si respira per le due ruote. Non è un caso che Baldini, Pantani, Cassani e gare leggendarie come la 9 colli siano nati da queste parti. Nei primi anni ‘90, però, quando in azienda abbiamo iniziato a pensare a prodotti per l’allenamento indoor del ciclista, il vero e proprio boom di popolarità di questo sport doveva ancora avvenire. Era un periodo in cui il ciclismo stava cambiando, e così dovevano cambiare gli strumenti a disposizione degli atleti per gli allenamenti; si andava verso una programmazione basata su numeri e dati certi.

In Technogym in molti condividevamo già l’amore per la bici, e si sa che quando il lavoro incrocia la passione tutto è più facile: nacque così lo Spintrainer, un innovativo ciclosimulatore, che riproduceva fedelmente la sensazione di essere su strada grazie a una nuova libertà di movimento della bici.

Una delle idee alla base del progetto ruotava intorno all’osservazione delle differenti cadenze di pedalata tra pianura e salita, a parità di potenza: insieme al prof. Aldo Sassi, uno dei più brillanti fisiologi e metodologi dello sport, ci eravamo chiesti perché per spingere gli stessi watt in salita si pedalasse a 70 rpm e in pianura a 95-100. La risposta era nella diversa velocità generata, che comportava una diversa inerzia del ciclista: la velocità più alta in pianura generava sensazioni diverse, che richiedevano una frequenza di pedalata maggiore, mentre la salita, con le sue velocità più basse, esigeva cadenze inferiori.

Ci impegnammo quindi a trovare il sistema di replicare questo effetto e ci riuscimmo grazie ad un generoso volano: quando si pedalava con rapporti lunghi, il volano girava velocemente e acquisiva l’energia cinetica tipica della pianura, mentre quando si utilizzavano i rapporti più agili si creava meno inerzia e si aveva la sensazione di pedalare in salita.

Con la tecnologia a disposizione in quegli anni e con sforzi di fantasia sfruttammo ogni singolo LED per creare salite, simulare gare, visualizzare profili di allenamento e test. Volevamo permettere ai cicloamatori di gestire al meglio i propri allenamenti, e per farlo bisognava creare dei test semplici con cui individuare la soglia. Individuando potenza e FC di soglia ci si poteva infatti personalizzare gli allenamenti e, nei centri più all’avanguardia, si poteva avere il proprio programma memorizzato sulla famosa Technogym Key. Insomma, prima ancora che arrivassero i ciclocomputer e le app, noi riuscivamo a memorizzare tutti i dati di allenamento! Dotammo Spintrainer persino di un ventilatore in grado di migliorare la dispersione di calore e rendere più efficace e gradevole la seduta di allenamento.

A ripensare a quei tempi, ci rendiamo conto di quante innovazioni portammo nel mercato dei ciclosimulatori e del ciclismo in generale, e infatti tutti i componenti della MG-Technogym ne vollero uno.

La Technogym Key rappresenta senza dubbio il primo wearable device della storia del fitness, antesignana della Mywellness Key rilasciata poi nel 2012. Si trattava di una chiavetta portatile al cui interno si registravano tutti i dati personali dell’utente: età, altezza, peso, massa corporea e ovviamente, la scheda dell’allenamento. La Technogym Key veniva poi inserita in qualunque macchina Technogym e regolava automaticamente la macchina stessa in base alle esigenze del possessore della chiavetta: una sorta di Personal Trainer. I dati ottenuti, facilmente scaricabili su qualsiasi PC, potevano poi essere analizzati dal proprio allenatore o dal proprio medico.

Continua Zanuso: “Per gestire al meglio il Virtual Tour, preparavamo le tracce ridotte delle tappe del Giro che venivano poi spedite, tramite e-mail, ai concorrenti della gara; le persone caricavano le tracce sulla loro chiavetta e poi, da pc, pedalavano come i pro nella tappa corrisponde alla traccia. Il Virtual Tour fu un successo così grande, e per certi versi inaspettato, che organizzammo la finale ‘dal vivo’ a Gambettola, nell’allora sede dell’azienda. Il montepremi prevedeva nostri prodotti per alcuni milioni di lire. Questo è stato il primo esempio di Virtual Training… e parliamo di 25 anni fa. Siamo molto orgogliosi di essere stati i precursori di molte innovazioni che sono arrivate poi dopo”.

Prima di Zwift e della altre piattaforme virtuali che oggi vengono usate quotidianamente da molti ciclisti c’è stato questo, segno di una visione futuristica e futuribile che da sempre contraddistingue Technogym e che molto deve anche al rapporto, mai subalterno, sempre “da pari”, che Technogym crea con i propri atleti. Il feedback con i ciclisti del team – e più in generale con tutti gli atleti coinvolti nelle varie discipline – rappresenta infatti un mattone fondamentale che Technogym usa e che ha usato anche per arrivare alla massima aspirazione di ogni atleta: le Olimpiadi.

Da Sidney 2000 in avanti – e avverrà anche per Parigi 2024 – Technogym è Forniture Ufficiale CIO (Comitato Olimpico Internazionale). Un riconoscimento che si ottiene solo vincendo un tender e garantendo determinati, e altissimi, standard produttivi e qualitativi, e offrendo prodotti che sono gli atleti stessi ad apprezzare e richiedere.

E oggi? Il presente di questa storia fatta di salite e pedalate si declina in molti modi e porta vari nomi.

Il primo è legato al Technogym Lab, il cuore pulsante della ricerca medico-scientifica del Technogym Village: un laboratorio di fisiologia e biomeccanica applicate alla performance sportiva, tra i più moderni al mondo. Guidato da un team scientifico a cui si affiancano atleti, medici, università e ricercatori internazionali, il Technogym Lab è la perfetta sintesi tecnologica dell’esperienza maturata dal brand in oltre trent’anni nello sviluppo di attrezzature e soluzioni digitali per il fitness, la performance sportiva e la riabilitazione.

E, ovviamente, il Technogym Lab si mette anche al servizio del ciclismo: grazie alle sue tecnologie, Technogym mette a disposizione dei ciclisti un supporto ad ampio spettro, che parte da un’analisi tecnica dell’atleta su prodotti Technogym, che si focalizza su test di forza, test di soglia anaerobica/lattato e test del sistema nervoso autonomo. Questo processo permette un’accurata valutazione della performance e inquadramento fisiologico dello stato funzionale.

Il Technogym Lab ha ospitato di recente i giovani talenti del ciclismo del team di Davide Cassani, dirigente sportivo, ex ciclista su strada ed ex commissario tecnico della nazionale ciclismo. Il faentino, professionista dal 1982 al 1996, ha vinto due tappe al Giro e attualmente è a capo della squadra regionale under 23. Il team, seguito dal medico dello sport Massimo Massarini, si è avvalso del Technogym Lab e dei prodotti Technogym per un testing di precisione e un’analisi di metriche che combinano allenamento, nutrizione e riposo col fine di sviluppare la più produttiva metodologia di allenamento per il ciclista e ottenere la migliore performance possibile.

Per quanto riguarda i prodotti, l’ultimo arrivato in casa Technogym porta il nome di Technogym Ride, la prima smart bike che permette di accedere direttamente, tramite lo schermo da 22”, alle app utilizzate da tutti i ciclisti. Dal punto di vista della biomeccanica, Technogym Ride è dotata di un vero e proprio cambio e offre un feeling di pedalata incredibilmente realistico rispetto all’outdoor, con un tempo di reazione molto veloce (da 0 a 1000 watt in mezzo secondo).

L’offerta di Technogym per i ciclisti è onnicomprensiva, e prevede infatti bike per tutte le esigenze: da Technogym Bike – con classi live e on demand con i migliori trainer, e intrattenimento senza limiti – a Technogym Cycle, la cyclette più confortevole di sempre e con un facile monitoraggio dei dati, ideale per tutti.

Skillbike, poi, che fa parte di Skill Line: la gamma di prodotti per l’allenamento cardio e della forza, progettata da Technogym in collaborazione con atleti professionisti e istituti di ricerca di fama mondiale, per fornire la biomeccanica migliore in assoluto per il massimo delle prestazioni. Skillbike include il brevetto Real Gear Shift, che permette agli utenti di simulare le dinamiche della salita, per una vera sensazione di corsa su strada. Inoltre, Skillbike è la scelta giusta se l’obiettivo è lavorare sulla performance ciclistiche e aumentare l’efficienza, grazie al feedback in tempo reale sulla qualità della pedalata.

E ancora Group Cycling, la quintessenza del programma di allenamento di indoor cycling, per un’esperienza di allenamento di gruppo che miscela esperienza virtuale e massima motivazione.

Poi MyCycling, vero erede di Spintrainer: rulli da bici con l’innovativo sistema TNT (Technogym Neuromuscular Training), sviluppato da Technogym per migliorare le qualità metaboliche e neuromuscolari. Partendo dalla soglia anaerobica dell’utilizzatore, il sistema rileva le capacità metaboliche e neuromuscolari per massimizzare la prestazione in sella, monitorando i risultati sul medio e lungo periodo. Il Pedal Printing inoltre, controlla nel dettaglio il movimento stesso mostrando circolarità e simmetria.

Il futuro, secondo Silvano Zanuso, “è tutto da scrivere, con una forte integrazione tra indoor e outdoor e tra tecnologia e natura, per renderci ancora di più esseri ibridi e in grado di trarre il meglio dalle tecnologie senza perdere il fattore umano. Una tendenza, quella alla commistione, che è già insita nel ciclismo stesso e che permette alla disciplina di avere così tanti appassionati praticanti differenti per età e caratteristiche: dal super appassionato al neofita, pedalare è un’attività che fa stare bene”.

Testo a cura dell’ufficio di comunicazione di Technogym Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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