Alessandro Maggi, 14 anni, si stava allenando con la sua squadra ciclistica. Dopo una caduta generale, il giovane è finito al di là della mezzeria, venendo travolto da un furgone
Trigolo (Cr), 24 luglio 2014 – Sta rientrando a Castelleone, il suo paese Alessandro Maggi, 14 anni, perché l’allenamento in bici sta volgendo al termine. Sul rettilineo di via Canevari, a Trigolo, manca poco alle 11 dietro il furgone dell’allenatore, quattro giovani promesse del ciclismo, della squadra soncinese dell’Imbalplast. Poi, l’incredibile. Il furgone sorpassa una bici condotta da una donna. Forse il primo ragazzo la vede all’ultimo e sbanda, tocca un compagno, tutti e quattro cadono a terra.
Ma il più esterno cade oltre la mezzeria, proprio mentre arriva un furgone Ducato. L’autista, A.V. 21 anni di Cremona, fa l’impossibile: sbanda, esce di strada, travolge un segnale e poi un palo della luce. Ma il ragazzo gli è caduto proprio sotto le ruote e non c’è nulla da fare: lo investe. Ha il casco, Alessandro, ma è ben poca cosa rispetto all’urto. Il giovanissimo ciclista muore in pochi istanti. Inutile l’arrivo dell’auto medica e dell’ambulanza. Il ragazzo è morto.
Viene pietosamente ricomposto al centro della via. La strada resta chiusa per oltre tre ore, in attesa dei rilievi e del permesso di rimuovere la giovanissima vittima. Intanto qualcuno avverte il padre di Alessandro, che fa l’autotrasportatore ed è lontano da casa. Non c’è il coraggio di comunicargli il destino del figlio; lo si avverte che il ragazzino ha avuto un incidente. Stessa cosa per le due sorelle che sono a casa, una delle quali gemella della vittima. Una famiglia provata, quella dei Maggi, che poco tempo addietro ha perso la madre per malattia.
( immagine di repertorio)
di PGR
Fonte www.ilgiorno.it