Intuire e anticipare le esigenze del mercato è sempre stata e sempre sarà la carta vincente di ogni azienda, qualunque essa sia, qualsiasi prodotto o servizio essa realizzi o offra; è una sfida continua, un esercizio che diventa ancor più essenziale e strategico quanto più ti confronti su un mercato globalizzato ed aperto come è quello dei nostri giorni.
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La chiave per essere sempre al passo in questa competizione incessante? È la passione per ciò che fai, è la qualità di quel che offri sul mercato nel corso del tempo. In poche parole: «È una promessa di qualità che va mantenuta». Di questo è sicura Paola Peruzzo, lei che da anni amministra e gestisce Gist, la realtà aziendale che ci presenta in questo video.
Cosa è Gist? È un marchio che nasce negli anni Novanta, nel cuore pulsante di quello che in Italia è sempre stato uno dei principali fulcri della rinomata produzione ciclistica nazionale, quella che abbiamo esportato nel mondo e quella che ha saputo tener testa alla concorrenza dei colossi d’oltreoceano e armonizzarsi con la produzione seriale e di massa del far east. Tutto questo nonostante il fatto che il “core” di questa azienda che ha sede a Riese Pio X, in provincia di Treviso, siano dei “semplici” accessori per la bicicletta.
Proprio così, proprio sugli accessori per il ciclismo Gist ha costruito il suo business, cavalcando a metà dei Novanta la magnifica spinta alimentata dal boom della mtb. A quei tempi come oggi, l’abilità dell’azienda è stata quella di intuire, interpretare e anticipare le necessità di praticanti che non solo diventavano sempre più numerosi, ma anche più esigenti, di pedalatori che iniziavano a cambiar pelle rispetto a quelli che erano i più “basici” appassionati di qualche anno prima.
Borselli sottosella, accessori paracolpi, ma anche caschi sempre più tecnologici e all’avanguardia diventarono all’epoca gli articoli chiave con cui Gist divenne appetibile su un mercato che non era solo nazionale ma che iniziava a valicare i confini.
Erano accessori apparentemente secondari, che al contrario, proprio in un momento in cui il praticante amatoriale iniziava a “specializzarsi”, diventavano sempre più strategici ed essenziali per praticare al meglio il ciclismo sportivo.
Con modalità, con schemi e sicuramente anche con numeri leggermente diversi, venti anni dopo Gist ha saputo intuire, anticipare e attrezzarsi per altri due boom che hanno rivitalizzato la bike industry: il primo è stato quello che ha traghettato il mondo dell’off road dal semplice bipolarismo cross-country/downhill alla segmentazione, alla frammentazione e allo “spezzatino” eterogeneo delle mille discipline e stili di riding che caratterizzano oggi il pianeta a “ruote grasse”.
Il secondo, qualche stagione più tardi, è stato quello delle gravel bike, che hanno riaperto orizzonti trasversali al mondo road, che hanno trovato tantissimi nuovi praticanti e assieme a questi hanno aperto mille nuove esigenze e possibilità di creazione, codificazione e commercializzazione di articoli e accessori per la pratica.
La sensibilità nell’intuire nuove tendenze e saperle trasformare presto in articoli merceologici concreti, la prontezza nel lanciare nuovi marchi o proporre nuove allettanti funzioni, la velocità nel presagire le mode o i gusti estetici del momento: se Gist ha saputo concretizzare tutto questo, il merito è anche di un reparto ricerca e sviluppo tutto interno all’azienda, tutto Made in Italy.
Made in Italy come del resto rimane la vera anima aziendale, quella che, ancor prima che nascesse il marchio Gist, negli anni Sessanta era partita dalla lavorazione del ferro per andar poi a specializzarsi nei primi cavalletti per bici, nei primi stand per negozianti o appassionati del “pedale”.
Erano appunto le Officine Parolin, espressione aziendale storica che una decina di anni fa è stata riportata in auge e resa un marchio che assicura al praticante esperto dei nostri giorni cavalletti hi-tech, stand e poggiabici evoluti per la cura e la manutenzione del proprio mezzo.
Appunto, una promessa di qualità che in casa Gist viene sempre mantenuta nel tempo.
Ulteriori informazioni: Gist Cycling
a cura di Maurizio Coccia – Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata