Settimana terribile per il gruppo quella appena trascorsa. La morte di Gino Mader dopo una caduta in discesa al Giro di Svizzera ha veramente sconvolto tutto il plotone. Sulla questione sicurezza è intervenuto Adam Hansen, presidente del CPA, il sindacato dei ciclisti, a Het Laaste Nieuws come riportato da Spaziociclismo.
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Le parole dell’australiano: “Attualmente ogni corsa indica il pericolo in maniera diversa. A volte c’è un ufficiale con una bandiera, a volte qualcuno con un fischietto, a volte hai un cartello, a volte hai un semaforo, a volte sei avvisato con duecento metri di anticipo, a volte solo al momento stesso: vogliamo regole standard. In corsa i corridori sono impegnati con tante cose, non è giusto che debbano pensare anche a questo. Il ciclismo sarà sempre uno sport pericoloso, ma voglio concedergli quel poco di sicurezza in più“.
Sul primo soccorso in caso di caduta: “I corridori preferirebbero avere un medico esperto di emergenze piuttosto che un dottore di medicina sportiva: hanno maggior esperienza con gli incidenti più gravi”.
Altre modifiche richieste: “I corridori hanno chiesto che dopo una discesa ci siano almeno tre chilometri pianeggianti prima dell’arrivo. Se il traguardo è subito sotto, infatti, tutti andranno al limite, se, invece, sai che c’è ancora un po’ di strada stai più tranquillo. I regolatori del Giro usano le reti e siamo felici di questo, ma è impossibile mettere reti dovunque. Nello scii le reti sono là per tutto l’anno, basta solo aprirle e richiuderle”.
Anche in chiave Parigi-Roubaix: “Tutti gli anni la velocità aumenta e così anche i rischi. Vogliamo cancellare Arenberg? Certo che no. Ma forse possiamo ridurre la velocità. Prima del settore forse si può trovare una strada laterale, per poi rientrare nella strada principale subito prima della foresta. Così prenderesti le pietre con minor velocità“.
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