Abbiamo raggiunto telefonicamente l’ex professionista, e oggi al commento tecnico per la RAI, Alessandro Petacchi in partenza per i Mondiali di Glasgow iniziati ieri con le prime prove su pista e che si concluderanno domenica 13 agosto: “E’ un Mondiale all’insegna della multidisciplina che si terrà ogni quattro anni (il prossimo nel 2027 in Alta Savoia, ndr), non mi sembra un brutto evento. Se un Paese o una Nazione se ne fa carico, perché no, nel giro di qualche km ci sono tutte le gare del mondo delle due ruote. Purtroppo però è limitante perchè i corridori che fanno la multidisciplina devono rinunciare a qualcosa, soprattutto per coloro che quest’anno fanno strada e pista. Discorso diverso per la strada e la mountain bike, che c’è qualche giorno tra le due prove“.
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Come stai?
“Bene, sto guardando le ultime cose prima di partire per il Mondiale”.
Il quartetto maschile ha fatto fatica nelle qualificazioni ed è stato salvato da Ganna: che idea ti sei fatto?
“E’ sempre Ganna a fare la differenza, gli ultimi due giri fa sempre qualcosa di incredibile. Ci può stare che siano partiti un po’ sottotono, magari stanno risparmiando anche energie in vista dei prossimi giorni”.
È possibile che Milan sia ingolfato perché non gareggiava dal Giro d’Italia?
“Effettivamente dal Giro sono tanti giorni, quindi ci può stare che abbia bisogno di ingranare un po’ “.
Il quartetto può vincere l’oro a questi Mondiali?
“Sulla carta sì, poi la gara è gara. In un quartetto non basta solo Ganna, anche gli altri devono dare il loro contributo e pedalare forte”.
Che scenario tattico ti aspetti in vista del Mondiale su strada di domenica?
“E’ difficile, non partiamo favoriti. E’ un percorso adatto a corridori come Van der Poel, Van Aert ed Evenepoel. Anche Pogacar lo vedo bene, ma al Tour ha speso molto e bisogna vedere con che condizione arriva. Evenepoel sulla carta allo sprint ne ha meno rispetto a Van Aert o Van der Poel e poi non vanno sottovalutati corridori come Matthews e Pedersen. Mi immagino un arrivo con un gruppo ristretto. E’ un percorso molto esplosivo e ci sarà sicuramente selezione. La pioggia sarà determinante, il brutto tempo farà ancor più selezione e quindi meno corridori che possono lavorare. Saper guidare bene la bici in un percorso con così tante curve e brevi strappi sarà fondamentale. Chi sarà davanti farà la metà della fatica, quindi tutti vorranno stare davanti e la velocità in gruppo sarà molto elevata. Chi rimarrà indietro farà fatica a rientrare. Il Belgio ha una squadra fortissima, la più forte con Evenepoel, Van Aert e Philipsen. Tutti e tre vogliono vincere il Mondiale, non sarà semplice metterli d’accordo”.
Chi è il tuo favorito?
“Van Aert o Van der Poel”.
Come vedi invece la nostra Nazionale?
“Non abbiamo un Van Aert o un Van der Poel. Bisogna cercare di anticipare da lontano e provare ad inventarci qualcosa, anche a costo di saltare. Spero che i nostri ragazzi non facciano l’errore dello scorso anno quando hanno lasciato andare via Evenepoel, perché sarà tosta rientrare una volta rimasti indietro su un percorso così”.
Cosa sarebbe cambiato per l’Italia avere Ganna e Milan su strada?
“Credo poco, un Ganna in super condizione con un attacco da lontano poteva fare la differenza, ma è difficile valutare un Mondiale del genere”.
Chi sarà secondo te la sorpresa del Mondiale?
“E’ un Mondiale che può essere aperto a tanti non essendo durissimo, magari un outsider che è uscito bene dal Tour. Sarà importante non farsi sorprendere a 70/80 km dall’arrivo”.
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