Famiglia. Ecco la parola che Mirco Maestri continua a ripetere, quando ci troviamo per presentare il suo prolungamento di contratto con la EOLO KOMETA (un anno in più, fino al 2025, nonostante avesse già il contratto per il prossimo anno): famiglia. Normale, per un ragazzo come lui che dopo due anni in squadra ha saputo vivere intensamente ogni momento portandosi a casa tutte le cose belle, tutte le esperienze, tutti i sorrisi insieme a qualche lacrima. “Restare in questa squadra, con questi compagni e con questa gente era tutto quello che volevo: sinceramente non mi vedo da un’altra parte, dopo questi anni passati qui è difficile pensare di andare altrove”.
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E viene quasi naturale chiedersi il motivo, chiedersi cosa c’è dietro a questo ambiente speciale di cui parlano tutti: “Io mi sento importante ogni giorno, ed è così fin dal primo momento: mi sono sentito importante quando Stefano Zanatta, uno che ha scritto la storia del ciclismo, mi ha chiamato per chiedermi di venire a correre nella sua squadra. Mi sono sentito importante in ogni corsa, in ogni riunione, in ogni attimo a partire dalle cose più semplici e banali. Io davvero non trovo una parola diversa per definire tutto questo: famiglia. Anzi, ne trovo un’altra: serenità.
Perché per un corridore è importante essere sereni, i sacrifici che si fanno diventano più leggeri e tutto è più semplice e io non sono mai stato così sereno. E non lo dico io: lo dice mia moglie che mi vede tornare a casa sempre felice e partire per le corse con il sorriso sulle labbra, lo dice mio padre che mi segue da quando ero un bambino e non mi ha mai visto così contento. Io credo sia tutto merito dell’aria che si respira qui, alla EOLO KOMETA: e il rendimento, poi, è una conseguenza”.
Ecco: parliamo di risultati, parliamo di un corridore che non si è mai tirato indietro e che per due volte ha sfiorato la vittoria al Giro d’Italia. “Io in questi due anni sono cresciuto tantissimo, come uomo e come corridore. Come ho detto prima mi sento importante, la squadra mi valorizza e questo aiuta ad andare più forte: non è arrivata la vittoria, sono arrivati tanti piazzamenti, ma resto contentissimo di quanto fatto finora. Certo, con il Giro d’Italia ho un conto aperto: per due volte ho sfiorato la vittoria, e quest’anno nella tappa di Cassano Magnago credo di aver fatto la corsa più bella della mia vita. Il mio obiettivo è uno solo: ripagare la fiducia, enorme, che questa squadra mi sta dando. E posso farlo in un solo modo: vincendo”.
Stefano Zanatta, e ce l’ha detto Mirco, è stato importante per il suo arrivo in squadra: “Lui – dice il direttore sportivo – è uno di quei corridori che vorrei sempre in squadra: generoso, lavoratore, forte, capace di mettersi sempre al servizio della squadra sacrificando anche le sue ambizioni personali. Sono contento che lui qui stia bene, e che continueremo a pedalare insieme”.
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