Da Sonny Colbrelli a Nathan van Hooydonck: nel giro di un anno o poco più abbiamo assistito a due terribili disgrazie, accomunate fortunatamente da un finale felice. Come ha spiegato proprio l’ex ciclista il belga, che ha avuto un arresto cardiaco qualche mese fa mentre si trovava in macchina con la moglie, ai microfoni di NOS.
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Le parole dell’ex Jumbo-Visma sono chiare: “Ho avuto tutta la fortuna del mondo. Tutte le persone che dovevano essere lì per tenermi in vita erano lì“. E prosegue: “Uno è andato a prendere un defibrillatore, qualcun altro ha fatto le compressioni toraciche e qualcun altro ha praticato la respirazione bocca a bocca. Se uno di questi tre operatori sanitari si fosse preso un giorno libero quel giorno, le cose avrebbero potuto essere diverse“.
I dubbi però arrivano sul come e perché sia potuto accadere ad un atleta professionista: “Forse mi sono allenato troppo? Me lo sono sempre chiesto. Ma non penso che sia questo il motivo. È vero che da dopo lo stop per il Covid c’è un modo diverso di correre. I finali iniziano prima, a volte si corre in condizioni molto difficili. Quaranta gradi e continuiamo a pedalare. Non è salutare”.
E ovviamente fondamentale sarebbe darsi una spiegazione: “Vale la pena indagare a fondo. Vorrei saperlo, soprattutto per i miei compagni di squadra e altre persone che praticano sport di alto livello. Affinché sappiano: può succedere questo se fai questo o quello. Ora è un mistero“.
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