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I dubbi sul doping nel ciclismo, visto il passato a cui siamo stati abituati, non sono mai finiti del tutto. Spesso e volentieri si continua a parlare di corridori che vanno a medie esagerate, che compiono imprese inaspettate e dunque resta sempre il pensiero di non pulizia in questo sport.
Sull’argomento è intervenuto il vincitore degli ultimi due Tour de France Jonas Vingegaard in un’intervista a Ekstra Bladet: “Penso che sia un peccato che stiamo soffrendo per quello che è successo 20-30 anni fa. Non voglio nasconderlo, penso ancora che sia importante parlare del passato. Se ne parli, credo che ci siano maggiori possibilità di non imbrogliare. Forse è un modo per evitare che accada in futuro”.
E aggiunge: “Io non prendo nulla e credo che non lo faccia nemmeno il resto del gruppo. Dato che ho potuto vincere il Tour de France due volte senza prendere nulla, credo che anche tutti gli altri non prendano nulla”.
Poi un aneddoto su un test antidoping saltato (ricordiamo che gli atleti possono saltarne due prima della squalifica): “Avevo lasciato il cellulare in cucina e il campanello non funzionava. Hanno provato a chiamarmi ma era chiaro che era impossibile rispondere. Certo, non è bello. Ma poi sono arrivati due giorni dopo. Mi hanno testato in quell’occasione, ma ovviamente non è bello avere un test mancato che incombe su di te. È sicuramente qualcosa a cui penso per assicurarmi che non accada di nuovo”.
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