La Coppa Davis è ormai storia, felice soprattutto per i colori azzurri che sono tornati sul tetto del mondo dopo 47 anni. In questi giorni però si è tornato a parlare dell’evento di Malaga non riguardo i risultati, ma per un episodio accaduto nei quarti di finale.
La tua VACANZA in bici
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Training Camp Spagna Costa Blanca
Scopri di più
Tutti ricordano le parole di Novak Djokovic dopo aver affrontato e sconfitto la Gran Bretagna: “È successa una cosa incredibile, che in venti e più anni di carriera non mi era mai accaduta” riferendosi al controllo antidoping richiesto addirittura prima di affrontare il match contro Cameron Norrie.
Nonostante ciò il serbo non ha effettuato il controllo e tutto ciò non è andato a genio a qualcuno. Sull’evento è intervenuto in questi giorni Marc Madiot, ex ciclista ed ora general manager della Groupama-FDJ.
Così il transalpino: “Se un ciclista si rifiuta di sottoporsi ad un controllo è automaticamente positivo, e se sei positivo vieni sanzionato. Non hai il diritto di rifiutare un test. Ci sono prodotti dopanti che possono essere rilevati in un tempo estremamente limitato. Se non si effettua un controllo prima dell’inizio della gara, il tempo stesso della competizione consente di eliminare tracce del prodotto dopante. Per questo sono stati introdotti i test prima delle gare”.
E ancora: “C’è il diritto di fare il test antidoping sia prima che dopo una gara. Lui ha rifiutato il test prima della partita. Se l’organismo antidoping fa il suo lavoro, il signor Djokovic deve essere sospeso. Ha rifiutato un test prima della partita, lo ha fatto dopo. Nel ciclismo ti sottopongono al test e se rifiuti sei positivo. Se sei positivo sei sanzionato. Non hai il diritto di rifiutare il test, questo è il regolamento”.
A cura della redazione di Inbici Magazine e OA Sport partner– Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata