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Vingegaard: non è questione di palle ma di cervello


La nona tappa del Tour de France ha messo in mostra le qualità dei corridori nei settori fuoristrada, la tattica di squadra e la forza. La Jumbo-Visma è stata senza dubbio la squadra più forte, permettendo a Jonas Vingegaard di non perdere tempo sui suoi rivali. Risponde alle critiche di Remco Evenepoel e Tadej Pogacar, che non hanno gradito la sua tattica estremamente difensiva.

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“Mi sento molto bene. Sento di essere in crescita. Sono a un livello molto più alto di quanto mi aspettassi con solo un mese e mezzo di preparazione”, ha dichiarato Vingegaard a Het Nieuwsblad. Ha concluso la prima settimana del Tour a 1:15 minuti da Tadej Pogacar, senza indicare un tempo massimo che avrebbe potuto perdere in questi 9 giorni di gara: “Non posso dare una cifra. L’anno scorso ho perso sette minuti in due giorni. Ora non sappiamo come reagirò nella terza settimana. Vedremo giorno per giorno. Ovviamente, più sono vicino, meglio è. Ma mi sono fidato del nostro piano l’anno scorso. Quello ha funzionato. Mi fido anche del piano di quest’anno”.

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Dopo un attacco iniziale, Remco Evenepoel ha costruito un vantaggio sul gruppo, per essere poi raggiunto da Pogacar e Vingegaard da dietro. Il trio aveva un ampio vantaggio sul gruppo inseguitore, ma è stato raggiunto poiché il danese si è rifiutato di collaborare. Evenepoel è stato molto critico nei confronti di questo comportamento alla fine della tappa: “Certo, né io né Tadej eravamo felici di questo. Avevo davvero la sensazione che il podio finale del Tour potesse già essere determinato qui. Purtroppo dobbiamo accettarlo, anche se penso che a volte bisogna semplicemente mostrare le palle in corsa. Purtroppo Jonas non le ha avute. Purtroppo faceva parte del loro piano”.

Vingegaard si è rifiutato di collaborare nell’attacco iniziale che avrebbe potuto creare un grande divario tra il podio del Tour e il resto: “Se avessi corso con loro per settanta chilometri e poi fossi stato staccato negli ultimi chilometri – il che poteva succedere – allora il mio Tour potrebbe essere finito. Quindi non è stata una mancanza di palle, ma solo una corsa intelligente”.

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A cura della redazione di Inbici News24
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