Una fucilata imperiosa. Eddie Dunbar mette tutti nel sacco e vince l’undicesima tappa della Vuelta a España 2024, centrando il successo più importante della sua carriera. L’alfiere del Team Jayco AlUla è stato semplicemente perfetto a fregare tutti i compagni di fuga, che si stavano preparando alla volata, con uno scatto secco all’interno dell’ultimo chilometro andando così ad esultare braccia al cielo sul traguardo di Campus Tecnológico Cortizo Padron.
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Una frazione caratterizzata da un inizio a velocità folli, dal quale ne è uscito un gruppo di trentanove unità che hanno subito preso parecchio margine ed escluso i big dal successo parziale. La battaglia è stata tanta, ma alla fine sono arrivati in una dozzina a giocarsi il successo. E l’irlandese è stato semplicemente impeccabile, scegliendo il momento giusto per anticipare un arrivo allo sprint in cui sarebbe stato inevitabilmente battuto. Per il classe 1996 si tratta della quarta vittoria in carriera, ma la prima davvero pesante e arrivata quasi in coda ad un anno davvero complicato; mentre per la squadra australiana è il nono successo stagionale.
“Ho avuto veramente una brutta partenza in questa Vuelta – esordisce l’irlandese ai microfoni nel post tappa -. Ero venuto per fare classifica, ma ho capito molto presto che probabilmente non ci sarei riuscito. La mia preparazione è stata molto buona, ma sono uscito presto dalla graduatoria. Poi abbiamo spostato il mirino sulle tappe, e oggi è arrivata l’opportunità giusta“. L’irlandese poi parla dello svolgimento della tappa: “Dopo un avvio folle siamo entrati in questo gruppone di grande qualità, avevo le gambe stanche dopo tanti tentativi e non mi aspettavo di farcela. Invece siamo qui, non ci posso credere. Era da parecchio che non mi ritrovavo da solo a poter esultare“.
“Sapevo che in un finale del genere, dopo tanta fatica, potevo fare lo sprint. Ma sapevo che dovevo partire lungo, effettivamente 600 metri sono tanti, ma ci sono riuscito. Non riesco a crederci“. Dunbar poi ci tiene a ringraziare e a spiegare tutto quello che ha passato, un anno di infortuni, cadute e anche molti dubbi: “Dalla Vuelta dell’anno scorso ho avuto molteplici cadute. Oltre al piano fisico questo incide parecchio su quello mentale. Numerose volte mi sono chiesto se potessi avere altro futuro in questo sport, quest’anno dopo la caduta al Giro ho pensato potesse essere la fine della mia carriera“.
“Ma ho avuto un supporto incredibile intorno a me, la mia fidanzata non ha mai smesso di darmi forza. Ho un incredibile gruppo di famiglia, amici e anche la squadra. Dopo tanto tempo ripagarli oggi per me vuol dire davvero tanto“, conclude l’irlandese, visibilmente emozionato, al termine di un racconto davvero toccante. La redenzione dopo tanta difficoltà, che arriva in una tappa in cui non era considerato tra i favoriti, ma è l’ennesima lezione di vita che lo sport insegna.
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Arabba: La Perla delle Dolomiti per il CicloturismoA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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