Una follia per tutti, ma non per Tadaj Pogacar. Pensare che un corridore, partito a 100 km dal traguardo, possa prendersi la maglia iridata nella corsa in linea dei professionisti è roba da ciclismo d’altri tempi. Lo sloveno Tadej Pogacar, in qualche modo, ci ha riportato indietro senza l’uso della di una DeLorean portata alle note 88 mph. Sì, perché il modo in cui l’asso della UAE Team Emirates si è preso la maglia con l’arcobaleno è da raccontare ai nipotini davanti al camino.
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Uno scatto bruciante, secco e senza possibilità d’appello, mentre gli altri arrancavano o si guardavano tra loro, colti di sorpresa ancora una volta da chi non sembra mai soffrire nella testa e nelle gambe. E così Pogacar è entrato nella storia, diventando il terzo nella storia a compiere la magica tripletta Giro d’Italia, Tour de Francia e campionato del mondo.
Solo due prima di lui c’erano riusciti e parliamo dell’irlandese Stephen Roche, che visse un anno magico nel 1987, e poi il “Cannibale”, Eddy Merckx, che nel 1974 si resa protagonista di questo tris di successi. E’ stato proprio l’ex fuoriclasse belga a commentare la prestazione dello sloveno e lasciandosi andare a un’ammissione: “Ciò che ha realizzato è inimmaginabile. Ormai è evidente che Tadej Pogacar è al di sopra di me“, le parole Merckx.
Un fenomeno assoluto che, considerando anche la sua età (26 anni), ha ancora l’opportunità di replicare quanto fatto vedere sulle strade di Zurigo e non solo. Poco da fare ieri anche per campioni come l’olandese Mathieu van der Poel, terzo al traguardo e costretto ad abdicare sul trono iridato, ricordando la sua affermazione nel 2023, e il belga Remco Evenepoel, iridato due anni fa.
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Urbino: La Città Rinascimentale Ideale per i CicloturistiA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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