Il ciclista svizzero Stefan Küng ha recentemente affrontato la questione della sicurezza nel ciclismo, evidenziando l’importanza di considerare l’implementazione di sistemi di protezione come l’airbag. La sua caduta durante gli europei del 2023 ha reso evidente la necessità di miglioramenti nel settore.
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Nonostante l’airbag sia diventato obbligatorio in molte auto e sia stato adottato anche per le tute dei motociclisti, nel ciclismo la sua integrazione è ancora problematica. Ciò è dovuto alla necessità di mantenere le divise leggere e comode. Tuttavia, sono in fase di sviluppo progetti per inserire un sistema di airbag nei pantaloni dei ciclisti.
Küng ha citato il caso della FIS, che ha tentato di rendere obbligatorio l’airbag per gli sciatori. Molti di loro hanno chiesto esenzioni, preoccupati per possibili lesioni al collo durante il gonfiaggio del dispositivo. Il corridore di Groupama-FDJ ha affermato che, se implementato correttamente, l’airbag potrebbe rappresentare una valida soluzione, nonostante i costi associati.
Oltre all’airbag, Küng ha sottolineato che ci sono altre problematiche da affrontare per migliorare la sicurezza. La velocità crescente in strade non progettate per supportare tali andature è preoccupante. Ad esempio, l’approccio al Vecchio Kwaremont può raggiungere velocità di 80-90 km/h, creando situazioni di rischio elevato per i corridori.
Se due ciclisti dovessero toccarsi in quel punto, il rischio di cadute sarebbe estremamente alto, coinvolgendo molti altri corridori. Küng ha suggerito di esplorare altre opzioni di percorso, consapevole delle limitazioni geografiche delle Ardenne fiamminghe.
La sicurezza nel ciclismo è un argomento complesso e richiede un’analisi approfondita per trovare soluzioni efficaci. Küng ha concluso affermando che è fondamentale continuare a discutere e sviluppare strategie per garantire la sicurezza dei ciclisti in gara.
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Cicloturismo sulla Riviera dei Fiori: Tra Mare e MontiA cura della redazione di Inbici News24
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