9 maggio 2011. Al Giro d’Italia moriva Wouter Weylandt, caduto su una discesa. 9 maggio 2018.
7 anni dopo, un motociclista del servizio d’ordine al seguito del Giro d’Italia viene travolto da una macchina che ha forzato le barriere. Sembra quasi un beffardo scherzo del destino: nello stesso giorno, a distanza di 7 anni, una persona ha perso la vita, e l’altra sta lottando tra la vita e la morte. Tutto questo, sulle strade della corsa rosa.
Queste notizie ci fanno riflettere, e non poco, sulla questione della sicurezza sulle strade. Weylandt ha perso la vita per un incidente che non sarebbe dovuto accadere, così come questo motociclista, che sta lottando tra la vita e la morte perchè una persona non ha voluto rispettare il divieto di transito per strada chiusa, forzando le transenne per passare con l’autovettura.
Le strade sono pericolose, c’è poco da fare. Ogni giorno cerchiamo di far capire in tutti i modi che gli automobilisti devono prestare attenzione, ma anche i ciclisti – a loro volta – devono rispettare gli altri utenti della strada. L’incidente di oggi è terribile, perchè noi che frequentiamo le corse ciclistiche vediamo che ogni volta che c’è una strada chiusa tutti hanno da ridire, da lamentarsi, e non perdono tempo ad inveire contro i ciclisti.
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Quando invece vengono bloccate città intere perchè si deve svolgere un’importante partita di calcio, nessuno dice nulla. Io, personalmente, mi arrabbio di più quando una città viene bloccata per una partita, perchè quest’ultima si svolge su un campo lungo 100 metri: perchè bloccare un’intera città?
Oggi è il giorno della riflessione. E’ il giorno in cui dobbiamo riflettere sulla sicurezza di tutti, sulle nostre strade. Con l’augurio che da oggi in poi possiamo parlare solo di sport e non più di cronaca nera.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine