Philippe Gilbert è felice come un bambino quando taglia il traguardo di Roubaix. Nonostante i suoi 36 anni e il proprio palmares, vincere una Parigi-Roubaix è un traguardo molto importante, anche perché, tra le cinque classiche monumento, questa del pavè era quella che si addiceva di meno alle sue caratteristiche. Almeno fino ad oggi.
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Gilbert è bravo a smentire. Tutti pensavano fosse un uomo perfetto per vincere solo le classiche delle Ardenne, invece, da quando è alla Deceuninck-Quick Step, è stato capace di vincere anche sul pavè, portando a casa il Giro delle Fiandre del 2017 e la corsa odierna. Gilbert ha vinto 4 classiche monumento su 5 (Il Lombardia è l’unica classica che il belga è riuscito a vincere due volte, le altre sono state tutte firmate una sola volta): l’unica che gli manca è la Milano-Sanremo, ma è già salito sul podio della corsa italiana.
“Sono riuscito a vincere perché ho attaccato presto – spiega Gilbert dopo aver vinto la Parigi-Roubaix – ho forzato il ritmo già da quando mancavano più di 60 km al traguardo, e Politt è stato il compagno di fuga migliore che potessi avere. Tutto è stato a mio vantaggio”.
“Dedico questa vittoria a tutta la squadra – afferma il campione del mondo 2012 – perché prima di venire alla Deceuninck-Quick Step ero un corridore diverso, mi concentravo solo sui percorsi delle Ardenne. Da quando sono qui ho vinto per la prima volta il Giro delle Fiandre e oggi la Roubaix, quindi sono molto contento di essere in questa squadra. E’ stata fondamentale per me”.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine