Dopo la cronometro di San Marino, la lotta per la maglia rosa sembra essere aperta a due concorrenti principali: da una parte Primoz Roglic, quarto lo scorso anno al Tour de France e fenomenale interprete delle cronometro, con due vittorie all’attivo oggi e a Bologna; dall’altra parte Vincenzo Nibali, che ha sempre posto le basi dei propri trionfi sulle grandi salite.
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Ad oggi, Roglic sembra imbattibile, ma è difficile stabilirlo con certezza. Come lui stesso ha dichiarato, il Giro d’Italia è ancora molto lungo, e le grandi salite devono ancora arrivare. In modo particolare, sarei molto curioso di vedere il corridore della Jumbo-Visma in azione nella tappa con Gavia e Mortirolo, con arrivo a Ponte di Legno. In quel caso, Roglic dovrà pedalare a quote molto alte, ben oltre i 2000 metri di altezza (il Passo Gavia è la Cima Coppi del Giro con oltre 2600 metri di altezza), quote che non sempre si raggiungono al Tour de France. Lo scorso anno, nella tappa dell’Alpe d’huet, per fare un esempio, i corridori hanno toccato per due volte quota 2000 metri, ma qui siamo ad un’altitudine superiore.
Di sicuro, Roglic ha fatto della regolarità la sua grande forza, ed è per questo che Vincenzo Nibali, se vuole vincere il Giro d’Italia, deve correre nel modo in cui gli piace di più: attaccando. Di salite ce ne sono molte, e il terreno per rendere avvincente questa sfida non mancherà. E di sicuro vincerà il migliore.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine