“Attacchi tu?”. “Attacco io?”. “Ma no, vai tu”. “Ok, io vado”. “Aspetta che però ti riprendo”. Mi sono immaginato questo dialogo, oggi sulle rampe del Galibier, tra Geraint Thomas ed Egan Bernal. Sembra un po’ un dialogo in stile Fantozzi, lo so. “Batto io? Batti lei”, diceva il famoso ragioniere italiano durante una partita a tennis con il ragionier Filini.
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Il problema è che le cose, nella realtà dei fatti, non sono andate proprio così, ma poco ci manca. Diciamo che è mancato solo questo dialogo di fantozziana memoria: per il resto non cambia nulla. Egan Bernal attacca, ed è una pedalata meravigliosa, mai vista da lui in questo Tour de France fino ad oggi. Sul Galibier il colombiano è sembrato davvero in grado di avere la pedalata giusta per vincere il Tour. E invece cosa succede? Attacca Thomas, il suo compagno di squadra che prima gli aveva detto di provarci. E poi arriva lui, Julian Alaphilippe, che vuole far capire al Team Ineos di essere in grado di vincere la maglia gialla pur non avendo al suo fianco una squadra attrezzatissima per la montagna.
Diciamo la verità, la tattica del Team Ineos oggi è stata abbastanza incomprensibile. Ma il problema non riguarda solo i due capitani: Jonathan Castroviejo ha fatto un lavoro davvero eccezionale prima del Galibier, tirando come un forsennato in testa al gruppo dei migliori. Inizia il Galibier e troviamo in testa Van Baarle con a ruota Wout Poels, corridore che è sempre stato un gregario perfetto sia per Thomas che per Froome. Ricordate il ritmo imposto da Poels sul Monte Zoncolan lo scorso anno al Giro, prima dello scatto decisivo di Froome?
Ebbene, oggi Poels è sembrato l’ombra di sé stesso: lo abbiamo visto bagnarsi il più possibile con l’acqua, bere, ma il caldo (solo quello?) lo ha fatto fuori. Un corridore come l’olandese, capace di fare miracoli in salita, si stacca quando in testa c’è Van Baarle. Davvero qualcosa non torna.
Restano due giorni per ribaltare il Tour de France, ma bisogna capire se i due capitani della Ineos continueranno a pestarsi i piedi a vicenda. Fino ad oggi, la loro tattica non ha portato a nulla: servirebbe davvero della fantasia per mettere alle corde Alaphilippe, ma al Tour la Ineos corre solo facendo ritmi alti e tenendo bloccata la corsa. Potrà essere un “catenaccio” vincente?
Da Valloire, Carlo Gugliotta per InBici Magazine