RAVENNA – Aveva trasformato la passione per la bici in un marchio di qualità riconosciuto tra tutti gli amanti di ciclismo. E nella campagna ravennate, a San Pietro in Vincoli, aveva costruito un vero e proprio tempio ribattezzato “Cicli Angelini”, nel quale era nata la prima bicicletta “Marco Pantani”, per celebrare il Pirata nell’anno stesso della morte.
Una fine prematura che ha segnato anche la vita di Alberto Angelini. E’ deceduto nel sonno a soli 46 anni nella notte tra mercoledì e giovedì, nella sua abitazione di Osteria, dove da poco più di un anno aveva aperto un agriturismo.
Sarà l’autopsia, disposta per oggi, a definire le cause della morte. Sabato invece sono previsti i funerali, con partenza alle 16.30 dalla camera mortuaria di Ravenna fino a Osteria, dove è prevista una sosta per il corteo funebre. Poi la sepoltura nel cimitero di San Pietro in Vincoli, passando per via Rustica, proprio accanto allo stabile in cui, nei primi anni ‘90, il 46enne aveva aperto l’attività. Prima ancora, fin dall’adolescenza, Angelini aveva intrapreso la carriera ciclistica nelle società storiche di Ravenna, gareggiando da Esordiente e Allievo con la Pedale Azzurro, per passare poi da Juniores con la Romagna Nuova. Accanto alla passione per la competizione in strada, aveva maturato anche quella per i telai, imparando prima a verniciarli, poi a costruirli. Ancora 14enne era andato a Faenza da Rivola per imparare il mestiere. Il suo primo forno lo aveva allestito a Osteria, e qui si era conquistato le prime commesse con i marchi più importanti, come De Rosa e Colnago, autentici giganti nel mondo delle biciclette.A San Pietro in Vincoli, nel cuore delle Ville Unite, era approdato qualche anno più tardi con il negozio aperto assieme al padre Giancarlo, inaugurando quello che sarebbe diventato un punto di riferimento per i cultori della bicicletta, dai modelli da corsa alle city bike. Almeno fino a un paio di anni fa, quando aveva deciso di chiudere l’attività, per gettarsi nella nuova avventura culinaria a Osteria.
In quei vent’anni, il segno lo ha lasciato il primo modello assoluto della bicicletta “Marco Pantani”, realizzato in 500 copie nel 2004 e venduto devolvendo il ricavato alla fondazione onlus dello scalatore di Cesenatico per il progetto Pantani Sport School. Anche prima di chiudere l’attività, un’altra invenzione che lo vedeva tra i protagonisti ha meritato gli applausi degli addetti ai lavori: una bici a idrogeno, in versione prototipo con telaio in carbonio in grado di viaggiare fino a 25 chilometri all’ora e con un’autonomia di 150 chilometri. L’aveva realizzata assieme a un’impresa ravennate, inserendo la tecnologia progettata dagli ingegneri dell’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia. Il mezzo a emissioni zero, con un tubo di scarico grande quanto una cannuccia per fare fuoriuscire vapore acqueo, era pure finito su Rai3 e Angelini si era detto pronto a progettare anche versioni più economiche in alluminio. La chiusura del negozio non aveva però significato l’addio al ciclismo.
L’agriturismo Angelini, inaugurato l’anno successivo sulla strada per Mirabilandia, era nato con alcuni progetti: una pista con un percorso protetto e un parco bici per chi volesse esplorare la campagna ravennate con escursioni dall’entroterra al mare. Non aveva smesso nemmeno con le gare, nelle vesti di organizzatore. Un mese e mezzo fa era stata la volta di una competizione amatoriale in mountain bike, e domenica scorsa era partita un’altra competizione proprio dall’attività di Osteria. La scorsa notte il decesso inaspettato, che se l’è portato via troppo presto, senza però scalfire il ricordo di quel ragazzo disponibile e pacato, con un amore immenso per la bici.
Fonte Federico Spadoni
La redazione di INBICI magazine si unisce al dolore della famiglia