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Il Lombardia 2019 - 113th Edition - Bergamo - Como 243 km - 12/10/2019 - Bauke Mollema (NED - Trek - Segafredo) - photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2019

IL PAGELLONE DEL WORLD TOUR 2019 – PARTE 3


Con l’arrivo del Natale, concludiamo le nostre opinioni sulle 18 squadre World Tour del 2019. I giornalisti della nostra redazione hanno commentato il rendimento delle più importanti formazioni al mondo di ciclismo, analizzando pro e contro di ognuna. Fai click qui per leggere la prima parte del pagellone, e click qui per la seconda parte.

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Team Sunweb

Criterium du Dauphine 2019 – 5th stage Boen sur Lignon – Voiron 201 km – 13/06/2019 – Tom Dumoulin (NED – Team Sunweb) – photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “E’ stata una stagione davvero molto difficile per la Sunweb, non solo per i corridori ma anche per lo staff. Una caduta mette fuori gioco Tom Dumoulin al Giro d’Italia, e mentre sta preparando il Tour de France quest’ultimo viene a scoprire che ha ancora della ghiaia nel ginocchio, rimasta lì dopo la caduta. Stagione rovinata e rottura dei rapporti con l’olandese, che ha fatto le valigie. Matthews autore di una stagione buona, ma non eccelsa”.

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Davide Pegurri: “L’infortunio di Tom Dumoulin al Giro d’Italia e la sua conseguente assenza durante la stagione hanno decretato un 2019 da dimenticare per la Sunweb. Pochissime vittorie per una formazione che aveva il potenziale per fare molto di più. Deludente anche l’altro uomo faro Michael Matthews. Il 2020 è alle porte e, senza la farfalla di Maastricht, sembra essere tutto in salita”.

Gianluca Santo: “Nove vittorie e poca qualità delle stesse. Stagione non sufficiente, salvata forse solo dal colpo di coda di Michael Matthews in Quebec. Per il resto, pesantissimo l’infortunio patito da Tom Dumoulin al Giro d’Italia che di fatto ne ha inficiato l’ultima stagione assieme al team con cui è cresciuto ed è diventato un riferimento nel panorama mondiale. Bol e Hirschi sono un patrimonio che la squadra non può farsi sfuggire, mentre va sottolineata una discreta stagione del talentoso Lennard Kamna in ottica futura”. 

Riccardo Zucchi: “Stagione condizionata dagli infortuni per la squadra olandese. Quello più importante è stato sicuramente quello di Dumoulin che lo ha costretto al ritiro al Giro e soprattutto poi a saltare il resto della stagione con un rapporto che squadra e corridori che si è andato a deteriorare fino a portare alla risoluzione anticipata del contratto. Anche Kelderman, che ha chiuso comunque la Vuelta al settimo posto, ed Oomen sono stati costretti a periodi di stop privando la squadra di uomini in grado di portare a casa buoni risultati”. 

UAE Team Emirates

Vuelta Espana 2019 – 74th Edition – 21th stage Fuenlabrada – Madrid 106,6 km – 15/10/2019 – Tadej Pogacar (SLO – UAE – Team Emirates) – photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “Fabio Aru e Daniel Martin non sono riusciti a farsi notare ai propri livelli, mentre sboccia il talento Pogacar, il cui rendimento è in controtendenza con il resto della squadra. Kristoff cerca di fare il possibile alla Campagna del Nord, mentre Fernando Gaviria si “spegne” subito dopo la vittoria al Giro d’Italia (assegnatagli per la retrocessione di Viviani, altrimenti non avrebbe trionfato). Si poteva, anzi, si doveva fare di più”.

Davide Pegurri: “Molte vittorie senza però il contributo degli uomini più attesi: Daniel Martin e Fabio Aru. Il sardo ormai è solo l’ombra di quello che era e l’irlandese, alla prova del nove al Tour de France, si dimostra poco consistente. Alle delusioni rimediano i velocisti, Gaviria e Kristoff portano a casa un buon bottino. Ulissi una costante. La certezza però è Pogacar, il futuro di questa squadra sarà nelle sue mani!”

Gianluca Santo: “Le note più liete arrivano da Tadej Pogacar, un predestinato classe ’98 già terzo alla Vuelta a España. Le prestazioni del giovane sloveno hanno fatto dimenticare un’annata in cui il 33enne Alexander Kristoff è stato ancora il migliore del lotto, nonostante per lui il meglio si già passato. Resta una bella vittoria alla Gand. Promosso anche Diego Ulissi, mentre gli altri han faticato: poco apporto da parte di Gaviria, Dan Martin e soprattutto un Fabio Aru ancora fermo a lungo causa infortuni”. 

Riccardo Zucchi: “Per fortuna ci sono i giovani. Con questa frase si può descrivere la stagione della UAE Team Emirates con quasi tutti i capitani che non sono riusciti a rispettare i pronostici. Non tutto l’anno della squadra araba però è da buttare visto che i vari giovani talenti hanno mostrato le loro qualità. Da Philipsen a Conti passando per Riabushenko e Molano sono tante le speranze per il futuro del team anche se gli occhi sono ovviamente tutti per Pogacar che dopo una prima parte di stagione ottima è esploso alla Vuelta vincendo tre tappe per poi chiudere la corsa sul podio”

Trek-Segafredo

Milano Torino 2019 – 100th Edition – Magenta – Torino (Superga) 179 km – 09/10/2019 – Mads Pedersen (DEN – Trek – Segafredo) – photo Luca Bettini /BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “Stagione dai due volti per la Trek-Segafredo: fino ad aprile la squadra si è vista poco. Da maggio in poi arriva un’impresa dopo l’altra: Giulio Ciccone vince la maglia azzurra e una tappa al Giro, indossa la maglia gialla al Tour de France, Mollema fa un capolavoro a Il Lombardia e alla Japan Cup. Ma, soprattutto, Mads Pedersen agguanta quella maglia di campione del mondo che tutti i corridori sognano per una vita. Ci si aspettava di più da Degenkolb e Porte”.

Davide Pegurri: “Pochi i successi eppure la Trek ha avuto ampia visibilità durante tutta la stagione. Al Giro e al Tour grazie al nostro Giulio Ciccone, e nei mesi finali con la maglia iridata di Pedersen e il capolavoro di Mollema al Lombardia. Inesistenti Porte e Degenkolb. Nel 2020 ci sarà anche Nibali, prepariamoci a vivere ancora forti emozioni”.

Gianluca Santo: “Bauke Mollema salva il bilancio con una vittoria quasi inattesa ma meritata al Lombardia a suggellare un bel finale di stagione. Per l’olandese, nettamente il migliore per la compagine americana, anche un quinto posto al Giro d’Italia. Tra gli altri, Porte si è reso protagonista della classica vittoria australiana d’inizio stagione e poco altro, Degenkolb non è più quello di una volta e gli altri sono sul loro livello. Bene Giulio Ciccone, che nel 2020 è atteso ad un bel salto di maturità. Basterà l’arrivo di NIbali a svoltare?”

Riccardo Zucchi: “Stagione fra alti e bassi per la formazione americana. Il rendimento sotto le aspettative di Porete viene infatti colmato con il 2019 molto positivo di Mollema e Ciccone. In particolar modo il corridore italiano al primo anno nel WT fa il salto di qualità vincendo una tappa al Giro andando poi a vincere la maglia dei GPM ed al Tour si toglie la soddisfazione di indossare per qualche giorno la maglia gialla. Rendimento sotto le aspettative nelle classiche nord da parte di Stuyven e Pedersen con quest’ultimo che poi si è tolto la gioia di vincere il Mondiale”.

Team Ineos

2019 Le Tour de France Saitama Criterium – Team Presentation – 26/10/2019 – Egan Bernal (COL – Team INEOS) – photo Kei Tsuji/BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “Nell’anno del passaggio da Team Sky a Team Ineos, la formazione britannica non sembra essere imbattibile, ma è autrice comunque di una stagione superlativa, nella quale tutti gli obiettivi principali sono stati centrati. A cominciare dal Tour de France, con il trionfo di Bernal su Thomas. Tornando più indietro, il podio alla Sanremo di Kwiatkowski, l’esplosione di Sivakov e Geogan Hart al Tour of the Alps, i trionfi di Bernal alla Parigi-Nizza e alla Milano-Torino. Tutto questo senza Chris Froome, il corridore più forte al mondo nelle gare a tappe”.

Davide Pegurri: “Se paragonate alle stagioni passate, quando era ancora Sky, il 2019 è stato sicuramente più sotto tono in quanto a numero di vittorie. Bastano però solo poche parole per valutare l’annata della Ineos: Primo e secondo al Tour de France, con Froome out. Lanciano definitivamente nell’olimpo del ciclismo Egan Bernal. Il prossimo anno, con l’arrivo di altri talenti tra cui Carapaz, il vero problema per le altre squadre sarà contrastarli”.

Gianluca Santo: “Se con il capitano appiedato da un infortunio si permettono di fare una doppietta al Tour de France, cosa si può dire? Bernal ripaga tutti gli investimenti con una maglia gialla a soli 22 anni che sa di storia, Thomas si conferma tra i grandi in terra di Francia. Gli altri, invece, hanno faticato. Continua la crescita di Sivakov, interessantissima in ottica futura, mentre il settore dei clasicomani ha sofferto a partire da Moscon fino ad arrivare ad un Kwiatkowski che addirittura ha saltato gli ultimi mesi dell’anno. Altri giovani forti?Sosa e Geoghegan Hart: il futuro sembra in cassaforte. In attesa dell’ultimo assalto di Froome alla Gialla”. 

Riccardo Zucchi: “Quella che rischiava di essere una stagione difficile si è invece trasformata nell’ennesima annata di gloria. L’infortunio di Bernal ha costretto la squadra britannica a puntare sulla crescita dei giovani al Giro, ma proprio il colombiano si è ritrovato poi con il ruolo di capitano al Tour complice la brutta caduta di Froome poche settimane prima. L’ex Androni ha risposto presente vincendo la maglia gialla davanti al compagno di squadra Thomas, confermando la superiorità della squadra britannica. L’unico neo della stagione è forse nelle classiche di primavera dove ci si poteva aspettare qualche cosa in più”.

Jumbo-Visma

Vuelta Espana 2019 – 74th Edition – 21th stage Fuenlabrada – Madrid 106,6 km – 15/10/2019 – Primoz Roglic (SLO – Team Jumbo – Visma) – photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “Credo che l’unico rammarico stagionale per il 2019 della Jumbo-Visma sia il Giro d’Italia: Primoz Roglic ha dimostrato più volte di essere uno dei più forti, ma quello che è successo nella tappa di Como ha influito molto sulla classifica finale. Lo sloveno, però, vince la Vuelta e chiude l’anno da numero uno al mondo nella classifica Uci: Van Aert sfodera il suo talento nelle classiche e al Tour, così come Teunissen, per non parlare di Groenewegen, che si conferma come uno dei velocisti più forti al mondo. Una stagione da 9 e mezzo per gli olandesi”.

Davide Pegurri: “La stagione di Roglic è stata pazzesca e anche quella della formazione olandese che passa quota 50 vittorie. Al Tour la fanno da padrone e sembrano riuscire a far incetta di vittorie. Groenewegen si conferma su altissimi livelli e forse si afferma come il velocista, attualmente, più esplosivo nel panorama mondiale. Van Aert riesce a esprimere il suo talento per poi essere bersagliato dalla sfortuna. Il prossimo anno, con Dumoulin in più, saranno loro la vera anti-Ineos”.

Gianluca Santo: “Una stagione da applausi a scena aperta. Roglic ha vinto in lungo e in largo, chiudendo anche terzo al Giro d’Italia e primo alla Vuelta a España. Già questo basterebbe. Invece i gialli d’olanda hanno raccolto con il solito Groenewegen, con Teunissen al Tour de France e ci hanno consegnato un Wout Van Aert spettacolare, almeno fino all’infortunio del Tour. È l’avversario designato di Van Der Poel ed Evenpoel e il percorso intrapreso sembra quello giusto: e se tra i due litiganti alla fine godesse il terzo? A corredo, Kruiswijk si è finalmente tolto lo sfizio di un podio al Tour de France, riconoscimento di una carriera mai fortunatissima”. 

Riccardo Zucchi: “Continua la crescita della squadra olandese. Ben 51 le vittorie stagionali e soprattutto l’abilità di esser l’unica a piazzarsi sul podio in tutti e tre i Grandi Giri. Roglic dopo il podio al Giro ha dominato la Vuelta, mentre Kruijswijk è salito sul podio al Tour. Grande Boucle dove si è conclusa la stagione di Van Aert che dopo aver vinto due tappe è stato costretto al ritiro per una caduta. Il belga alla sua prima stagione nel WT ha confermato di esser un corridore di altra categoria, mostrando tutte le sue qualità nelle classiche. Molto bene anche il velocista Groenewegen che ha alzato le braccia al cielo in ben quindici occasioni”

Katusha-Alpecin

Tour of Guangxi 2019 – 3rd Edition – 3rd stage Nanning – Nanning 143 km – 19/10/2019 – Simon Spilak (SLO – Team Katusha – Alpecin) – photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2019

Carlo Gugliotta: “Cinque vittorie stagionali sono davvero troppo poche per questa squadra, che chiude i battenti e lascia il posto alla Israel. Tutto ruota intorno all’addio di Marcel Kittel, il quale, fino a marzo 2018, sembrava addirittura essere in grado di vincere una Milano-Sanremo. Insomma, c’è stata un’involuzione pazzesca per questa squadra, che si consola solo con il podio alla Parigi-Roubaix di Nils Politt, unica nota positiva della formazione in questa annata”.

Davide Pegurri: “Un addio senza gloria. Il 2019 del team russo può essere paragonato alla stagione di quello che doveva essere lo sprinter di punta Marcel Kittel. Come il tedesco, anche la Katusha si ritira nell’anonimato, cogliendo giusto un pugno di vittorie di poco conto, salvo fatta per la tappa al Giro di Zakarin. Ora, spazio alla Israel, sperando in un cambio di rotta”.

Gianluca Santo: “Troppe poche soddisfazioni. L’uomo immagine del team, Marcel Kittel, ha lasciato il ciclismo a stagione ormai iniziata. E se i migliori sono stati Nils Politt (ottimo nelle Classiche delle Pietre, ma dopo poco altro) e Ilnur Zakarin con una vittoria al Giro d’Italia c’è ben poco da stare allegri. E non a caso a partire dal 2020 non li troveremo più la squadra in gruppo, almeno con questo nome”. 

Riccardo Zucchi: “Stagione da dimenticare per la formazione svizzera che chiude l’anno con sole cinque vittorie. La squadra era priva di grandi talenti e questo non faceva ben sperare già dal via. Ad aggravare la situazione l’addio alle corse di Kittel e la stagione opaca di Zakarin nonostante una vittoria di tappa al Giro. L’unica nota positiva è Politt autore di una campagna del nord molto positiva con i piazzamenti nella Top10 alla E3 ed il Giro delle Fiandre e lo spettacolare podio alla Roubaix”.  

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