Alla soglia dei 44 anni Davide Rebellin (CCC Sprandi Polkowice) non smette di stupire e lascia il segno anche in questo Giro di Turchia.
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Il veneto si aggiudica infatti la tappa più dura della corsa, impartendo una lezione a tutti i rivali nell’ascesa finale lunga quasi 8 km.
La tappa, con tre GPM di cui due di 1a categoria, si accende nell’ultima asperità. Il gruppo aveva fatto buona guardia in precedenza sia sulla fuga della prima ora che su un tentativo di Pavel Brutt (Tinkoff – Saxo), Jelle Wallays (Topsport Vlaanderen – Baloise) e Youcef Reguigui (MTN – Qhubeka), partiti in contropiede ai -30 km dall’arrivo.
All’imbocco della salita, dopo un timido allungo di Lluis Guillermo Mas Bonet (Caja Rural – Seguros RGA), è Heiner Rodrigo Parra Bustamente (Caja Rural – Seguros RGA) il primo a portare un attacco deciso ai -7 km, seguito immediatamente da Davide Rebellin (CCC Sprandi Polkowice) e Kristjian Durasek (Lampre – Merida). I due si sbarazzano velocemente del colombiano e guadagnano subito su quel che resta di un gruppo in cui latitano le energie. La coppia al comando prosegue di buon accordo fino all’ultimo km, in cui il veneto si avvale di tutta la sua esperienza nel far prima sfogare il croato, per poi sbarazzarsene con uno scatto deciso negli ultimi 100 metri.
Rebellin chiude con 5” di vantaggio su Durasek, mentre a 50” giunge Eduardo Sepulveda (Bretagne – Séché Environnement). Buona scalata anche per Enrico Barbin (Bardiani – CSF), arrivato 6° ad 1’30” e preceduto di poco da Serge Pauwels (MTN – Qhubeka) e Jay McCarthy (Tinkoff – Saxo). Top ten anche per Daniele Ratto (UnitedHealthcare), con un buon 8° posto ad 1’42” dal vincitore.
Prima occasione per le fughe domani, con i 132 km da Fethiye a Marmaris che strizzano l’occhio ad attacchi da lontano.
Marco Bea