A cura di Luca Pellegrini per InBici Magazine
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“Siamo una squadra piena di galli nel pollaio”. Così Fabio Jakobsen ha definito la Deceuninck – Quick Step, squadra in cui milita sin dal suo passaggio da professionista nel 2018. Il velocista olandese si è raccontato a tutto tondo nel Podcast De Polder, svelando alcuni retroscena della corazzata belga, soprannominata The Wolfpack. Tanti corridori di alto livello, talvolta in concorrenza tra loro, per un clima infuocato che si palesava sin dai primi allenamenti. “Ricordo il primo ritiro invernale – racconta il 23enne – Nel corso di un allenamento sconfissi allo sprint Viviani cinque volte su sei. Non ero consapevole tuttavia di essere un suo avversario, ma poi Lampaert mi fece notare che faccia aveva fatto”.
“Con Elia non ho mai avuto problemi, ma con Sabatini sì – racconta Jakobsen ripercorrendo i primi anni di carriera – Non andava bene per me e così ho chiesto di cambiarlo con Michael Morkov. Ho fatto questo in buona fede, ma poi mi sono reso conto più tardi che non avrei dovuto farlo. Non mi ha rivolto la parola per sei mesi. Inizialmente non è stato un problema, seguivamo programmi di corsa differenti, ma quando ci siamo ritrovati insieme… diciamo che non ha funzionato”.
Fin dalle prime giornate di ritiro l’olandese si è trovato dinanzi ad una realtà inedite. “In squadra c’erano due treni, quello per Viviani con Sabatini e quello per Gaviria con Keisse – spiega – C’era forte competitività tra i due gruppi e da quanto so Sabatini e Keisse si sono fatti delle prepotenze reciproche. Una volta uno ha messo un gambero nel sacco della biancheria dell’altro, il quale in replica ha urinato nel sacco del compagno. Era un continuo botta e risposta”.
Aneddoti che, inevitabilmente, hanno fatto parlare e discutere. Gli atleti chiamati in causa, eccezion fatta per Keisse non sono più in forza alla Deceuninck – QuickStep, ma Jakobsen ha ritenuto opportuno fare una precisione sul profilo personale di twitter. “Sono circolate molte storie in merito a un’intervista che ho rilasciato. In questa ho raccontato alcuni aneddoti anche divertenti, che possono accadere all’interno di una squadra molto competitiva – ha scritto – Purtroppo le mie parole sono state tirate fuori dal contesto e utilizzate in un modo che non era mia intenzione fare. Ho parlato con con le persone coinvolte, per le quali ho grande rispetto come compagni e avversari e non vedo l’ora di rincontrarli e correrci insieme. Mi scuso sinceramente per il disagio che ho causato”.