L’emergenza sanitaria Covid-19 ha portato al rinvio di molte corse, tra le quali anche l’Adriatica Ionica Race. L’ex corridore Moreno Argentin, che ha ideato e dirige questa corsa, cerca di guardare avanti con fiducia, anche se non è semplice. L’AIR è una corsa che non si svolgerà nel 2020, in quanto è subito stata rinviata al prossimo anno. Il progetto è ambizioso, ma bisogna fare i conti con il post emergenza.
In un’intervista rilasciata ai nostro microfoni, il campione del mondo di Colorado Springs 1986 ha spiegato: “E’ stato doveroso fermarsi perché un evento del genere ha bisogno di programmazione e quindi c’è necessità di certezze. Viviamo di contributi provenienti dagli enti locali. Per questa ragione abbiamo concordato che non si può sopravvivere improvvisando. Bisognerà mettere insieme i cocci perché non sarà più nulla come prima”.
Il progetto dell’Adriatica Ionica Race, che si sarebbe dovuta correre proprio in questi giorni, è molto ambizioso: “Quando ho pensato a questo evento non volevo fare una corsa in bici come tante altre, organizzare senza ambizioni lascia il tempo che trova. L’obiettivo era quello di rivivere la storia della Serenissima, quindi era bello lanciare un’idea di far svolgere delle tappe dove la Serenissima aveva governato. Certo, è lunga pensare di arrivare in quelle zone perché significa fare una corsa di 10 tappe. Per ora consolidiamoci in Veneto e in Friuli, poi piano piano cercheremo di allargarci, anche perchè la nostra corsa deve essere un veicolo di promozione territoriale”.
La crisi che si è aperta in questo periodo di emergenza Coronavirus riguarda però tutti gli aspetti della vita: “Se non si corre non si riesce a dare visibilità agli sponsor, così questi vanno via. Ma il problema è anche un altro: se gli sponsor non fanno fatturati non possono sponsorizzare ed è per questo che le formazioni rischiano la chiusura. Ecco perché dico che bisogna raccogliere i cocci”.
Moreno Argentin ha vinto 4 edizioni della Liegi-Bastogne-Liegi e tre edizioni della Freccia Vallone, ma si è anche aggiudicato l’edizione del Giro delle Fiandre 1990, indossando la maglia tricolore. Il suo successo è raccontato nel libro “Giro delle Fiandre, la classica dei tifosi”. “Durante l’inverno ero passato all’Ariostea di Giancarlo Ferretti. Alla Sanremo avevo dato i giusti segnali, al Nord ero cresciuto un po’ di condizione ma pochi si aspettavano che io potessi primeggiare. Quando hai la condizione e tutto fila giusto si può puntare al risultato importante, e poi dopo i 220 km devi tirare fuori tutto quello che hai dentro. Rudi Dhaenens era l’unico che era riuscito a rimanere con me nelle fasi finale di quel Fiandre. In quell’anno avrebbe vinto il mondiale. E’ stata un’esperienza bellissima correre e vincere in una zona con dei tifosi così calci come il Fiandre”.
Argentin ha anche espresso delle parole importanti per Remco Evenepoel, che lo scorso anno proprio all’Adriatica Ionica si è messo decisamente in mostra: “è davvero un ottimo ragazzo che ha costanza e tenacia. E’ nella squadra giusta, in quanto la Deceuninck-QuickStep lo sta facendo correre con il contagocce proprio per gestire la sua crescita nel migliore dei modi. Molti lo paragonano a Eddy Merckx, ma credo che abbiano due fisici molto differenti. Sicuramente Remco ci regalerà grande spettacolo ed è un peccato non avere giovani così promettenti anche in Italia”.