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IL VIDEOMAKER: “ZANARDI NON ERA AL CELLULARE”. L’AUTISTA DEL CAMION: “NON DORMO PIU'”


Al momento dell’incidente, Alex Zanardi “non era al telefonino, aveva le mani fisse sul manubrio della sua handbike”. La notizia è stata confermata dal procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello. Gli inquirenti sono in possesso di un video con l’intera dinamica dell’incidente, ripreso da Alessandro Maestrini, videomaker di Perugia che era al seguito di Obiettivo Tricolore.

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Diverso tempo dopo l’incidente, il telefonino di Alex squillava dal vano della sua handbike, è da lì che i carabinieri lo hanno preso”, ha spiegato il hideomaker, spiegando che “Zanardi non era al cellulare al momento dell’incidente. All’inizio della discesa lo aveva tirato fuori un attimo, ma poi lo aveva subito riposto. Ma subito prima dell’impatto una ruota si è mossa in modo strano“.

Nel frattempo, in questo ore di attesa e di speranza, all’esterno del Policlinio Santa Maria alle Scotte è apparso un cartello: “Forza Alex Zanardi”. E’ stato appeso da alcuni ciclisti arrivati ieri da Firenze. Hanno fatto tappa a Siena per lasciare silenziosamente un messaggio che porta la firma di tutta Italia e sono poi tornati nel capoluogo toscano.

Ha espresso tutto il proprio malessere anche Marco C., l’autista del camion contro il quale Alex Zanardi si è schiantato venerdì pomeriggio mentre era a bordo della sua handbike. «La salita, il camion che arranca, cambio marcia, la curva a sinistra, la macchina della municipale che mi viene incontro, il gruppo di ciclisti, Zanardi che sbanda… E io che sterzo a destra provando ad evitarlo. Ma era impossibile. Non c’era spazio. L’ho visto con i miei occhi sbandare e cadere. Ha come perso il controllo del mezzo. Prima ha invaso un po’ la mia corsia, poi è caduto a terra sbattendo la spalla sinistra. È stato un secondo, le ruote della sua handbike erano per aria. Ho provato ad allargarmi sulla destra rischiando di andare fuori strada, ma se non l’avessi fatto sarebbe stato un frontale. Non andavo a più di 30 chilometri all’ora. Il camion era a pieno carico, mi sono fermato appena sentito l’impatto: ho alzato la tavoletta dell’acceleratore e il camion, così pesante e in salita, si è arrestato immediatamente. Sono sceso, e già attorno ad Alex si era formato un capannello di persone che gli stavano prestando soccorso. Ero ammutolito. Sono riuscito solo a comporre il numero di mia moglie. Speriamo ce la faccia anche stavolta. Non riesco più a dormire».

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