Se si parla di ruote veloci in gruppo, di certo non si può non pensare a Elia Viviani, uno dei più titolati sprinter degli ultimi anni. In questi giorni il corridore veronese, dopo aver cambiato maglia a fine 2019, si trova in altura per pianificare al meglio la ripartenza.
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Dai primi mesi in Cofidis e dall’esordio stagionale inizia il suo racconto: “Avevo passato un inverno impegnativo nel preparare la nuova annata ciclistica. La Cofidis è un team solido ma dovevamo testare i materiali, costruire un un nuovo treno e trovare il feeling anche tra di noi. Ho affrontato un inizio di stagione per certi aspetti difficile, al Down Under una caduta, poi ho dovuto cambiare i programmi fin da subito a causa della cancellazione della gara in Oman. Sono andato allora a correre ad Algarve dove ho ottenuto buoni piazzamenti, segno che la condizione c’era, anche se dovevamo ancora migliorare alcuni automatismi”.
“Purtroppo – continua il campione olimpico di Rio 2016 – anche la Milano Sanremo, primo grande appuntamento di questo 2020 è saltato a causa della situazione inaspettata. Guardando il bicchiere mezzo pieno, avevamo bisogno di più tempo per prepararci e il lockdown ci ha dato la possibilità di rivedere i meccanismi di squadra in modo da ripartire da una base ancora più competitiva. Ora affronteremo una stagione fatta di sacrifici e scelte difficili ma noi siamo pronti!”.
Alla luce di questi mesi che sono trascorsi, pensi che approdare alla Cofidis sia stata la scelta giusta per la tua carriera?
“Assolutamente sì. Primo, per la solidità economica della Cofidis, pensando anche tutte le conseguenze derivate dalla situazione Covid. Secondo, per la pianificazione nata dal confronto con Damiani. Il progetto era quello di realizzare una squadra tutta intorno a me. In questo modo, non condividendo la leadership con altri atleti, penso di poter fare ancora un salto e giocarmi le mie possibilità in corse che si sposano con le mie caratteristiche. Penso di essere al posto giusto e al momento giusto, ecco perché sono in Cofidis!”.
Quale sarà il tuo programma per i prossimi mesi ?
“Il grande appuntamento è il Tour, andrò la con cinque o sei uomini. Prima ci sarà la Sanremo e il campionato italiano dove proverò a riprendermi la maglia tricolore. Ho molta libertà e potrò magari decidere di saltare il Giro d’Italia per testarmi sulle Classiche. Questo è anche il grosso dubbio sulla mia stagione, da italiano mi piacerebbe essere al via della Corsa Rosa, dall’altra parte dovrò capire come uscirò dal Tour de France, per magari virare sulle corse di un giorno”.
Stai pensando alla Sanremo e a quali saranno le varianti che incideranno nel correre la Classica di Primavera ad agosto?
“La Sanremo sarà un grande punto interrogativo. Tra la corsa italiana e il Tour ci sono venti giorni che sono pochi ma in termini ciclistici sono anche tantissimi. A mio parere sarà una Sanremo più favorevole agli attaccanti perché i velocisti solitamente hanno bisogno di più gare per ingranare e non saltare magari sul Poggio o sulla Cipressa. Un fattore importante inoltre sarà il caldo. Questo sarà a mio favore perché generalmente vado bene con queste condizioni. La verità comunque è che bisognerà farsi trovare pronti e fondamentale è la preparazione che stiamo facendo in altura in questi giorni”.
Quindi il vero obiettivo per questo 2020 è alzare le braccia al cielo soprattutto al Tour de France?
“Anche il campionato italiano sarà un bel test per me in vista del Tour. Il mio obiettivo, in una stagione così concentrata, è farmi trovare pronto per cercare di vincere più tappe possibile alla corsa francese. Qualcuno dice che il percorso è adatto ai velocisti ma le frazioni a Nizza saranno impegnative e quindi bisognerà essere già in forma. Qui a Livigno stiamo lavorando proprio per questo”.
Con la Cofidis hai già parlato dell’Olimpiade e della libertà di poter correre anche in pista?
“Sono contento che l’appuntamento di Tokyo è stato rinviato al prossimo anno. Il progetto con la nazionale continua. Purtroppo, con la riforma del UCI, le coppe del mondo e i campionati del mondo saranno a cavallo o dopo l’Olimpiade, quindi avremo poche occasioni per correre nei velodromi. Il Team mi lascia piena libertà e sono favorevoli a farci partecipare a corse in pista. Se riuscirò, in accordo con i programmi del team, probabilmente mi vedrete a Fiorenzuola o a Pordenone”.
Ogni tanto ti fermi a riflettere sulla tua carriera e sui tuoi successi per trovare nuovi stimoli o motivazioni?
“Se ripenso al mio percorso a volte mi spavento perché è sempre difficile confermarsi stagione dopo stagione, però cerco anche di essere concentrato sul presente e tenere un occhio al futuro. Finché c’è un obiettivo da raggiungere trovo sempre le motivazioni giuste. Prima il Tour poi, una volta che ripartirà tutto, l’Olimpiade e così via. Nei prossimi mesi cercherò. in poco tempo con una stagione concentrata, di riconfermare tutto quello che di buono ho fatto fino ad ora”.