Secondo giorno di riposo alle spalle, la terza settimana in arrivo: il Tour de France 2020 si appresta a vivere le cinque frazioni decisive nell’assegnazione della maglia gialla, a partire proprio dalla 16esima tappa da La Tour-du-Pin a Villard-de-Lans.
Dal 15 al 22 Febbraio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Moser, Bugno, Chiappucci e Mosole
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Il percorso
Partenza in leggera salita per i primi 5 chilometri, scenario ideale per provare a far partire la fuga di giornata in una giornata potenzialmente adatta. Al chilometri 10 inizia la Côte de Virieu, primo dei 5 Gpm di giornata: un seconda categoria di 2 chilometri al 7% che potrebbe segnare l’allungo decisivo dei fuggitivi o nuovi attacchi in caso di corsa ancor cucita.
Un tratto principalmente pianeggiante porta allo sprint intermedio di Saint-Joseph-de-Rivière al chilometro 44. Dal chilometro 58 la squadra torna a salire verso il Col de Porte, ascesa di seconda categoria con i suoi 7 chilometri con una pendenza media prossima al 7%. Da qui discesa e altro Gpm, la Côte de Revel: 6 chilometri, pendenza media all’8%. Difficile fare selezione, anche per la grande distanza dal traguardo, sui 70 chilometri e con lunghi tratti facili.
A 33 dal traguardo l’imbocco del Montée de Saint-Nizier-du-Moucherotte: ascesa impegnativa, con pendenza media del 6,5% che si snoda su una lunghezza di 11 chilometri. La parte più dura è quella centrale, che pur senza pendenze estreme si tiene costantemente sul’8%. Dalla vetta, 19 chilometri in leggerissima discesa che portano agli ultimi 3 chilometri, che tornano a salite. Ufficialmente, la Côte 2000 che si conclude in concomitanza con il traguardo, misura 2200 metri con una pendenza media del 5,6%, anche tra il chilometri e i 500 metri dall’arrivo le pendenze sono pienamente in doppia cifra.
L’altimetria
I favoriti
Sarà ancora sfida tra Primoz Roglic e Tadej Pogacar? I due sloveni, per ora, hanno mostrato di avere la gamba migliore, con il giovanissimo della UAE Emirates che nelle ultime tappe ha guadagnato consensi in vista di un’ultima settimana che potrebbe rimanere indigesta al suo connazionale della Jumbo-Visma. Certo, i distacchi non si faranno qua, ma se il gruppo dovesse controllare la tappa loro due sarebbero i grandi favoriti per provare ad imporsi, magari con uno scatto nel finale o con una volata a regolare un gruppetto ristretto con i big.
Tutti gli altri uomini di classifica non sembrano avere le gambe per staccarli o per provarci, ed è difficile immaginarli vincenti, fatta eccezione per una situazione di controllo tra i due al comando della classifica che potrebbero controllarsi lasciando margine ad altri corridori di guadagnare qualche secondo o conquistare un successo di tappa. Nomi buoni, nel caso, quelli di Adam Yates (Mitchelton-Scott), Mikel Landa (Bahrain-McLaren), Richie Porte (Trek-Segafredo) o i grandi delusi di domenica Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) e Nairo Quintana (Arkea -Samsic) se avessero recuperato un buon colpo di pedale.
Il crollo di Bernal in classifica, però, potrebbe liberare i suoi compagni: liberi da compiti di gregariato corridori come Michal Kwiatkowski e Richard Carapaz potrebbe tanto inserirsi nella fuga della prima ora quanto provare ad anticipare nel finale.
Proprio la fuga resta un’opzione probabile. Attenzione, dunque, ai soliti nomi: Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep) e Marc Hirschi (Sunweb) hanno già colto un successo di tappa in questo Tour, ma potrebbero provare ad ampliare il bottino. Maximilian Schachmann e Lannard Kämna della Bora-Hansgrohe han dimostrato di poter far bene, ma anche quel Daniel Martinez (EF Pro Cycling) che li ha beffati nella 13esima tappa è un nome sempre attuale in queste giornate per provare a raccogliere risultati con attacchi da lontano.
La lista non si ferma certo qua, ma in chiusura ci sentiamo di fare il nome di Alejandro Valverde: l’alfiere della Movistar, pur lontano dalla condizione dei giorni migliori, sembra aver trovato un buon colpo di pedale e potrebbe lasciare il segno in un Tour che fino ad ora non l’ha mai veramente visto protagonista.