Attraverso un comunicato stampa pubblicato nella tarda serata di ieri, l’Arkea-Samsic si difende dalle accuse di doping che sono piovute sul team. Come già riportato ieri, nel corso della 17/a tappa del Tour de France con arrivo a Meribel, c’è stata una perquisizione che ha coinvolto i due fratelli Quintana, Nairo e Dayer, insieme a Winner Anacona. In seguito è stato anche confermato che due componenti dello staff sono attualmente in carcere.
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Emmanuel Hubert, direttore generale del team di Arkea-Samsic, cerca di fare chiarezza sulla vicenda: “Una perquisizione è avvenuta la scorsa settimana nel nostro hotel, come ho già confermato a vari media. Riguardava solo un numero molto limitato di corridori, così come il loro stretto entourage, non impiegati dalla squadra”.
“Il team, il suo direttore generale così come il suo personale, attualmente citato dai media, non sono stati interrogati e di conseguenza non vengono tenuti informati di alcun elemento relativo all’andamento dell’indagine, che non si rivolge direttamente alla squadra o al suo staff”.
Emmanuel Hubert sottolinea: “Ovviamente sosteniamo i nostri corridori, ma se si dovesse scoprire la veridicità delle pratiche antidoping, la squadra si dissocerebbe immediatamente da tali atti e prenderebbe subito i provvedimenti necessari per porre fine ai legami con chi pratica queste attività illegali. Noi siamo membri del MPCC, movimento per il ciclismo credibile, abbiamo sempre dimostrato il nostro impegno per l’etica e preso posizione sulla lotta al doping”.