Tappa abruzzese, con 208 chilometri da percorrere, circa 4000 di dislivello e un arrivo in salita da non sottovalutare. Non mancheranno le salite, che chiameranno in causa i big della classifica, ma è difficile immaginare grandi differenze tra gli uomini di classifica nella San Salvo-Roccaraso, nona tappa del Giro d’Italia 2020.
Il percorso
Già salita nei primi 4 chilometri di corsa, dove si attendono i primi attacchi. Pendenze non certo proibitive, ma i fuggitivi dovranno avere gamba per entrare nel tentativo buono. Segue una parte agevole, che culmina nello Sprint Intermedio di Guardiagrele, che arriva dopo un nuovo tratto in salita. Al chilometro 90 l’imbocco del Passo Lanciano, Gpm di prima categoria con i suoi oltre 12 chilometri ad una pendenza media prossima al 7%. Fino al traguardo, di fatto, non ci sarà pianura.
Dopo la discesa, la strada inizia a risalire fino ad arrivare al Passo San Leonardo, salita da 14 chilometri ma con una pendenza costante sul 4-5% classificata come seconda categoria. Stesso destino per la successiva ascesa al Bosco di Sant’Antonio, 9km al 5%: dallo scollinamento, mancheranno 27 chilometri all’arrivo.
L’ascesa finale arriva dopo un tratto interlocutorio (compreso il secondo Sprint Intermedio a Rivisondoli) e sostanzialmente è divisa in due: i primi 5 chilometri al 5-6% sono seguiti da tratto in leggera discesa che porta al finale, più impegnativo. In particolare, gli ultimi 1000 metri hanno pendenze costantemente oltre il 10%, con punte al 12 proprio in prossimità del traguardo.
L’altimetria
I favoriti
La natura della tappa fa immediatamente pensare alla fuga, già vincente nella tappa di ieri. Se l’inseguimento è difficile, la classifica corta e le tante incognite tra gli uomini di classifica potrebbero favorire un attacco a lunga gittata. Nomi interessanti, sulla carta, quelli di Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Jack Haig (Mitchelton-Scott) o Diego Ulissi (UAE Emirates), oltre corridori come Giovanni Visconti (Zabù-KTM) o gli atleti della INEOS-Grenadiers che hanno perso il capitano Geraint Thomas.
Le pendenze non certo arcigne, fatta eccezione per l’ultimo chilometro, dovrebbero scoraggiare gli attacchi tra i big, ed è anche difficile immaginare grandi distacchi. Attenzione, però, alle discese e alle previsioni meteo di pioggia che potrebbero rendere più insidioso il finale. Sulla carta, Jakob Fuglsang (Astana) potrebbe avere qualcosa in più rispetto ai diretti rivali, mentre Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Steven Kruijswijk (Jumbo-Visma) e Wilco Kelderman (Sunweb) potrebbero essere chiamati a difendersi, magari lasciando sul piatto solo qualche secondo in un’eventuale volata ristretta.